Crisi bancarie, Vegas (Consob): l’Italia paga a caro prezzo i suoi ritardi

“La revisione della Crd IV e della Mifid dovrebbe includere una regola che preveda che taluni strumenti di debito bail-inable particolarmente complessi – per esempio le obbligazioni subordinate e i titoli ibridi – possano essere sottoscritti direttamente dagli investitori al dettaglio solo nel contesto di servizi di investimento che garantiscano l’applicazione del regime crisi bancariedell’adeguatezza bloccante – consulenza/gestione individuale – oppure, in via indiretta, nell’ambito di una gestione collettiva del risparmio”. Questa armonizzazione è una delle proposte avanzate dal presidente Consob Giuseppe Vegas (nella foto) nel corso dell’intervento presso la VI commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato (qui le slide) in merito al cosiddetto “Pacchetto bancario”. Sul tavolo l’applicazione della Brrd, la Banking recovery and resolution directive emanata nel maggio 2014, che ha introdotto il principio del bail-in estendendo la condivisione degli oneri, in caso di difficoltà delle banche, alle obbligazioni ordinarie e ai depositi superiori a 100mila euro.

Nel novembre 2015 la Brrd è stata recepita nell’ordinamento italiano, con i decreti legislativi 180/2015 e 181/2015, entrando in vigore nel gennaio 2016 “senza un’adeguata fase di transizione”, ha sottolineato Vegas. Il presidente Consob è apparso molto critico verso le scelte dei governi italiani. “Fino al 2013”, ha detto, “tutti i principali Paesi Ue hanno risanato e ristrutturato profondamente i propri sistemi bancari con un massiccio ricorso a risorse pubbliche, mentre l’Italia non ha affrontato il problema se non facendo ricorso alle garanzie pubbliche sulle obbligazioni, anche se il nodo delle sofferenze stava già esplodendo. Dopo il 2013, il nuovo approccio adottato dalla Commissione Ue ha reso più difficile il sostegno pubblico al settore bancario. E oramai l’Italia ha ‘perso il treno’. Spagna e Irlanda, invece, hanno realizzato interventi che hanno portato a una profonda ristrutturazione di sistemi bancari che nel 2013 presentavano criticità anche più rilevanti rispetto all’Italia. Ciò mostra che la tempestività è un elemento centrale per la risoluzione delle crisi bancarie. L’Italia oggi paga a caro prezzo i ritardi nella gestione del problema”.

Banconote EuroQuanto all’applicazione in Italia della direttiva, Consob punta il dito contro la scelta di adottare la nuova disciplina con effetto retroattivo, scelta che “ha avuto un forte effetto distorsivo sull’ordinamento discendente dalla Mifid, determinando una sorta di ‘inadeguatezza sopravvenuta’ in un secondo momento rispetto al profilo di rischio del risparmiatore valutato anni prima in fase di emissione e collocamento. È auspicabile”, ha sottolineato quindi, “riconsiderare l’applicazione retroattiva delle norme relative al bail-in, ipotizzando soluzioni normative che impediscano il coinvolgimento degli strumenti finanziari emessi prima del primo gennaio 2016″. Consob propone inoltre l’esenzione per le obbligazioni ordinarie sotto i 100mila euro “o l’equiparazione ai depositi anche per ciò che attiene alla aggredibilità”, la revisione della norma sulle ricapitalizzazioni precauzionali e l’introduzione di limitazioni negli stress test, i quali “si basano su ipotesi che penalizzano le banche con modelli di business tradizionali e non valutano adeguatamente le esposizioni in attività finanziarie, assai contenute per le banche italiane”.

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