ESCLUSIVO: BLUERATING dietro le quinte del roadshow di Fideuram

CIRCA 300 PRESENZE – Circa 300 persone tra clienti e professionisti si sono ritrovate alle 17.30 in punto al Magna Pars, in zona Tortona, a Milano, martedì 28 maggio, per la tappa cittadina del tour nazionale di Banca Fideuram riservato, per l’appunto, a clienti, promotori finanziari, manager e prospect (vai qui per la notizia precedente). Tema, il passaggio generazionale. Secondo quanto è trapelato dalla sala – rigorosamente chiusa alla stampa – l’incontro fra clienti e professionisti seduti in sala e gli esperti di Banca Fideuram sul palco è iniziato pochi minuti dopo le 18.00. Assente l’amministratore delegato del gruppo Matteo Colafrancesco, di cui il programma non prevedeva la presenza.

IL TEMA DELL’INCONTRO – Giù le luci, gli organizzatori hanno proiettato sul grande schermo un filmato che parlava al cuore del passaggio generazionale: protagonista un uomo che, ricordando i momenti essenziali della sua storia di successo, sorride pensando a chi raccoglierà la sua eredità. Evidentemente ha già preso tutte le misure e le contromisure del caso, magari con la consulenza di un financial advisor di Banca Fideuram e degli esperti – legali, commercialisti, fiscalisti – con cui Banca Fideuram collabora, puntando sempre di più a diventare il punto di riferimento della clientela dai grandi patrimoni.

INTERLOCUTORI QUALIFICATI – Ad aprire l’incontro, dopo il filmato, è stato Gian Maria Mossa, responsabile del segmento clientela private di Banca Fideuram. “Stasera proveremo a trasmettervi quanto per noi sia importante la scelta di un interlocutore qualificato per la tutela del patrimonio e della famiglia. Noi”, ha continuato Mossa, “abbiamo la leadership in questo settore, siamo al primo posto per clientela ad alto standing”. E poi c’è il modello di offerta, che prevede una segmentazione per obiettivi e soluzioni su misura, unito al modello di servizio e agli strumenti di difesa.

IL FINANCIAL ADVISOR – “Il nostro financial advisor è un consulente a 360 gradi. Ha un set quasi infinito di combinazioni di soluzioni, anche per l’accesso a partnership eccellenti e a professionisti qualificati”. Insomma, un servizio di consulenza che in Banca Fideuram può essere gestito da un unico professionista, in grado di dialogare con altri esperti su tutti gli ambiti. Gli obiettivi? Non solo l’extrarendimento, l’investimento, la previdenza, le riserve e la liquidità ma anche – appunto – la tutela dei patrimoni e delle famiglie in termini di continuità del patrimonio stesso, di protezione delle persone e di protezione del reddito.

 

Il manager Gian Maria Mossa, di Banca Fideuram, in una foto di archivio

 
PAROLA ALL’AVVOCATO PAPOTTI – Poi la parola è passata a Raul Angelo Papotti, avvocato dello Studio Chiomenti. A lui il compito di illustrare le soluzioni per la pianificazione societaria, fiscale e familiare. Breve excursus dunque sulla successione, sulla donazione, sulla gestione degli immobili, sul fondo patrimoniale, sui patti di famiglia, sulle polizze assicurative a contenuto finanziario, sulle società fiduciarie, sulle holding di famiglia, sul trust, sulle fondazioni e gli enti non profit e sui beni e gli investimenti detenuti all’estero. Per ogni voce l’avvocato ha esposto pro e contro, vantaggi e rischi, ricordando per esempio che le aliquote sulla successione al momento in Italia sono tra le più basse, quindi lo Stato avrebbe i margini per un eventuale intervento fiscale se, volendo far quadrare i suoi conti, dovesse ricorrere a un aumento delle entrate.

I CONSIGLI PER I GRANDI PATRIMONI – Le conclusioni le ha tirate lo stesso Mossa, in un decalogo che ha messo in fila le cinque “cose da non fare” e le cinque “da fare”. Comportamenti da evitare: non farsi ossessionare dai numeri, quindi dalle sole performance; evitare la “rimozione scaramantica” e quindi parlare del passaggio generazionale per tempo; andarci piano con la fiducia nel welfare dal momento che lo Stato sta mettendo in programma o in atto tagli importanti; non delegare al “buon senso” degli eredi, che in un momento di lutto non hanno la serenità e la lucidità per fare le scelte più sagge; e non dirsi mai “diamo tempo al tempo”. Consigliato, invece, individuare un interlocutore qualificato “pivot”, aprire il dialogo, prendere il tempo per fare scelte lungimiranti e lavorare sulle componenti “hard” – quindi il patrimonio – e su quelle “soft” – ossia, le relazioni familiari.

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