Si chiama Mark Scribner ed è il re di Twitter a Morgan Stanley

IL RE DI TWITTER – Si chiama Mark Scribner, è un wealth advisor a Morgan Stanley e grazie alla sua strategia adottata su Twitter si è conquistato in breve tempo quasi 10mila follower. Il manager, che ha aperto il suo account all’inizio del 2011, ha illustrato al sito WealthManagement.com la sua vita sui social network e alcuni trucchi per “cinguettare” al meglio sul famoso social media.

COPIARE VA BENE – “Quando ho iniziato”, ha spiegato Scribner, “imitavo molto i tweet degli altri. All’inizio ero preoccupato e volevo chiuderla con il network per paura della concorrenza. Ora invece, in genere, condivido pubblicamente”. Parlare a tutti, insomma: ne consegue però che circa il 90% delle informazioni che passano su Twitter è progettato con cura e approvato internamente da Morgan Stanley e “solo il 10% lo faccio io e lo personalizzo”.

I numeri e le informazioni personali dell’account Twitter di Mark Scribner

TEMPO DEDICATO – Il tempo che Scribner dedica al sito di microblogging è di circa 20 minuti al giorno solo per guardare i contenuti e programmarli. E un’ora circa per curiosare in giro i movimenti degli altri. “Mi concentro su chi ha visitato il mio profilo o su chi mi ha mandato un messaggio diretto. A volte controllo anche di notte grazie al mio iPhone”.

MOMENTO MIGLIORE PER TWITTARE – “La maggior parte della mia attività la faccio la mattina, perché ho la mente più fresca”, ha proseguito il manager. “Secondo la mia esperienza il momento migliore per postare è tra le 7.30-9.00, quando la gente va al lavoro o è sul tablet, si aggiorna leggendo il giornale o controlla la posta elettronica. A volte intorno all’ora di pranzo, dopo il lavoro, intorno alle 16.00 o alle 17.00”. Anche postare nel week end è abbastanza efficace, visto che molti dirigenti non hanno molto tempo da dedicare a questo tipo di attività durante la settimana.

L’USO DI HASHTAG E MENZIONI – Fondamentale nella comunicazione su Twitter sono le menzioni e gli hashtag per costruire un vero e proprio network di interazioni. “Ci vuole un po’ di tempo per generare questi tipi di legami”, ha ammesso Scribner, “ma grazie ad esse riesci ad allargare il pubblico, ti fai conoscere e in seguito anche gli altri inzieranno a parlare di te”.

LA CONNESSION
E – Twitter non è il solo social network che una persona o un’azienda può usare. Molto in voga nell’ambiente professionale è LinkedIn. “In genere, qui a Morgan Stanley, Twitter e LinkedIn vanno di pari passo. A volte iniziano a seguirti su uno per poi migrare sull’altro, e viceversa”. Ovviamente è impotante tenere presente le diversità specifiche del mezzo di comunicazione. “A mio parere, la limitazione dei 140 caratteri penalizza Twitter nei dialoghi più complessi”, ha concluso il manager, che spera in futuro di avere qualcun altro che lo aiuti a organizzare il lavoro.

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