Fondiaria-Sai, in manette tutta la famiglia Ligresti

SCATTANO LE MANETTE – È finita agli arresti nell’ambito dell’inchiesta su FonSai l’intera famiglia Ligresti: Salvatore, ai domiciliari, e i tre figli Giulia, Jonella e Paolo. La Guardia di Finanza di Torino ha eseguito questa mattina le ordinanze di custodia cautelare su richiesta della procura di Torino: insieme ai Ligresti, sono stati arrestati anche gli ex amministratori delegati della compagnia, Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta, e l’ex vicepresidente, Antonio Talarico.

FALSO IN BILANCIO E MANIPOLAZIONE DEL MERCATO – Le ipotesi sono di falso in bilancio aggravato e manipolazione del mercato: in una conferenza stampa, il procuratore Vittorio Nessi ha parlato di un danno patrimoniale stimato in 300 milioni di euro. Gli arresti sono stati motivati dal timore di inquinamento probatorio, dal pericolo di fuga e reiterazione del reato. Per i componenti della famiglia Ligresti e per le altre persone arrestate il reato contestato è quello di false comunicazioni sociali: l’accusa contesta agli arrestati è di aver sottostimato volutamente nel bilancio 2010 le riserve assicurative per 600 milioni di euro al fine di evitare ricadute sul titolo FonSai. “Dalla vicenda emerge uno spaccato inquietante per cui Fonsai è stata piegata agli interessi di una parte dell’azionariato, quella che contava, danneggiando i piccoli azionisti”, ha detto in conferenza stampa Nessi.

OPERAZIONI IMMOBILIARI E ACCANTONAMENTI – Una fonte citata dall’agenzia di stampa Reuters ha spiegato che Salvatore Ligresti, Talarico e Marchionni sono ai domiciliari, mentre le due sorelle Ligresti Jonella e Giulia – si trovano in carcere, così come Erbetta. Per l’altro figlio di Salvatore Ligresti, Paolo, è stato invece emesso un mandato di arresto europeo perché attualmente si trova all’estero. L’indagine della procura torinese, avviata lo scorso agosto e coordinata dal pm Marco Gianoglio e da Nessi, si focalizza sul periodo 2008-2011 e punta a fare luce sulle operazioni immobiliari infragruppo oltre che sugli accantonamenti per la riserva sinistri.

L’INDAGINE MILANESE – Secondo gli inquirenti, “la sottovalutazione della riserva sinistri ha consentito negli anni di distribuire utili per oltre 253 milioni di euro alla (allora controllante) Premafin, laddove invece si sarebbero dovute registrare delle perdite. La famiglia Ligresti, contando sulla compiacenza del top management, si è assicurata oltre al costante flusso di dividendi anche il via libera a numerose operazioni immobiliari con parti correlate”, spiega una nota. A Milano la procura conduce diversi filoni di inchiesta sul gruppo Ligresti, fra le altre quella sulla bancarotta delle due società Imco e Sinergia nell’ambito della quale si colloca la vicenda della destinazione dell’area del Cerba nel capoluogo lombardo.

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