Credit Suisse, il trading spinge in alto l’utile del secondo trimestre

BENE L’INVESTMENT BANKING – Credit Suisse ha chiuso il secondo trimestre del 2013 con un utile netto in rialzo, sostanzialmente in linea con le attese, sostenuto dalle attività di investment banking che hanno beneficiato del buon andamento del trading azionario e obbligazionario.

L’UTILE BATTE LE ATTESE – Nello specifico, la banca svizzera ha registrato un utile netto di 1,045 miliardi di franchi svizzeri (1,12 miliardi di dollari) da 788 milioni dello stesso periodo 2012, rispetto a 1,017 miliardi previsti dagli analisti interpellati in un sondaggio Reuters. La sola divisione di investment banking ha generato un utile ante imposte di 754 milioni i franchi, oltre il doppio del secondo trimestre dell’anno passato, mentre i ricavi netti sono saliti del 24% a 3,4 miliardi di franchi. Quanto alla divisione private banking & wealth managment, l’utile pre tasse è stato pari a 917 milioni di franchi, dedotto un accantonamento di 100 milioni di franchi per oneri legati all’accordo fiscale con la Gran Bretagna, mentre i ricavi netti sono rimasti stabili a 3,42 miliardi di franchi.

IL COMMENTO DEL CEO
– Quanto all’evoluzione del mercato, il ceo Brady Dougan si è mostrato prudentemente ottimista. Verso la fine del secondo trimestre l’aumento dei tassi di interesse si è tradotto un una maggiore volatilità del mercato e in minori attività della clientela. “Tale volatilità del mercato è proseguita fino in luglio, ma negli ultimi tempi ci sono stati segnali di stabilizzazione sui nostri mercati più importanti”, ha affermato il Ceo.

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