Banche, i promotori rientrano dalla porta

IL GRUPPO BPER – Voci che circolano riferiscono che più d’una, fra le prime dieci banche italiane, hanno allo studio progetti per il rilancio della promozione finanziaria. Oltre a Bnl, che ormai s’è dichiarata, secondo indiscrezioni starebbe facendo qualche ragionamento in questo senso il gruppo Bper. Il quale però, contattato a luglio da BLUERATING, ha smentito.

INTESA SANPAOLO – Si è fatto il nome di Intesa Sanpaolo, presente nella promozione finanziaria attraverso le reti di Banca Fideuram e Sanpaolo Invest, e dunque tramite il gruppo Banca Fideuram: in particolare, qualcuno ha dato la Banca dei Territori per prossima a tramutarsi in una rete di promozione finanziaria. Una terza rete interna al gruppo Intesa Sanpaolo, insomma, ma non sotto la guida di Matteo Colafrancesco, top manager oggi a capo delle due reti del gruppo Banca Fideuram. “Le quali per Intesa Sanpaolo sono più che sufficienti”, ha commentato il ceo Enrico Cucchiani rispondendo a una domanda di BLUERATING durante l’incontro con i giornalisti per la presentazione dei nuovi accordi con la Banca europea degli investimenti, lo scorso 5 luglio a Milano. “Credo che talvolta voi giornalisti siate più informati del management delle aziende con cui parlate”, ha risposto scherzando il ceo. Aggiungendo poi serio: “Noi abbiamo una struttura che è basata sui promotori finanziari, ed è Banca Fideuram, anch’essa la numero uno nel suo campo nel nostro Paese, così come siamo al primo posto nel retail, nel corporate, nel private banking, e così via. Francamente”, ha continuato Cucchiani, “che oggi ci sia bisogno che l’operatore bancario esca dallo sportello, dal suo ufficio, per andare a prendere un contatto diretto con il cliente è una cosa, ma che poi tutto questo venga dato in outsourcing ai pf mi sembra una cosa che va al di là di quello che vedo nel futuro immediato”. Riguardo a Intesa Sanpaolo, le indiscrezioni riferiscono anche di un progetto che sarebbe finalizzato ad abilitare i gestori del segmento affluent alle visite a domicilio.

STRATGIA O TATTICA? – Al di là della comprensibile cautela con cui in generale i grandi gruppi gestiscono la comunicazione sui loro piani di sviluppo, un fatto è certo: le banche commerciali stanno quantomeno valutando la possibilità di un ritorno alla promozione finanziaria. Strategia o tattica, considerando anche che di questo passo il fondo esuberi bancari non potrà far fronte ai numeri che si stanno profilando? Abbiamo girato la domanda a Giuliano Cicioni, partner di Kpmg Advisory, che di recente con alcuni colleghi ha curato e pubblicato uno studio dal titolo “Sportelli bancari e nuovi modelli distributivi”.

L’IMPORTANZA DELLA RACCOLTA INDIRETTA – Che cosa sta succedendo? “Succede che dopo quattro o cinque anni in cui le banche avevano progressivamente ridotto l’interesse verso il mercato del risparmio gestito in generale, ora stanno tornando in maniera abbastanza determinata”, spiega Cicioni. “Fondamentalmente per due ordini di ragioni: il venir meno dell’elemento principale che le aveva allontanate in questi quattro o cinque anni, ovvero la carenza di finanziamenti sul mercato, e una situazione congiunturale ancora debole, con bassi tassi di interesse, che ha reso elevati i costi marginali della raccolta diretta al dettaglio. D’ora in avanti sempre di più le banche avranno bisogno di incrementare i ricavi che non assorbono capitale. E la raccolta indiretta – quindi le commissioni da risparmio gestito – è uno dei pochi business detenuti dalle banche che hanno questa caratteristica. Sono commissioni e ricavi che non assorbono capitale o lo assorbono in maniera molto ridotta”.

Leggete il resto dell’articolo su Bluerating, in questi giorni in edicola.

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