Bnl e le altre, il superconsulente alle banche: cogliete l’attimo

In Italia è ormai da anni riconosciuta la maggiore capacità da parte delle reti di promotori finanziari di sviluppare e trattenere la clientela, sia durante i rally di mercato sia nei periodi di crisi. Sono gli sportelli bancari a registrare una volatilità marcatamente superiore nella raccolta di risparmio gestito, che spesso è arrivata fino al bilancio netto negativo, con deflussi anche consistenti. L’emorragia è stata in parte determinata dalla politica commerciale messa in opera dalle banche, con il risultato di aver concentrato tutte le energie sulla raccolta di liquidità attraverso i propri prodotti obbligazionari.

In altra parte, si deve all’oggettiva difficoltà per il personale di sportello, anche se qualificato, di gestire l’emotività e le paure dei clienti, soprattutto nelle fasi in cui le oscillazioni registrate sui mercati sono state ampie e improvvise. Gli andamenti recenti e le critiche nei confronti del sistema bancario italiano non hanno fatto che acuire la situazione, amplificando il divario tra sportelli e promotori nella capacità di amministrare e far crescere i risparmi gestiti, soprattutto nei segmenti di maggior pregio (affluent e upper affluent).

Se poi consideriamo l’impatto della diffusione di innovazioni tecnologiche che permetteranno a sempre più persone di operare in autonomia da remoto via tablet o smartphone, per le banche il futuro di medio termine si prospetta ancora più difficile: con sempre meno motivi e occasioni per entrare in filiale, diminuiscono le opportunità di cross selling sui prodotti legati al risparmio gestito. Sarebbe invece molto importante, e lo sarà sempre di più in prospettiva, mantenere e sviluppare relazioni dirette con i clienti per tutte le attività finanziarie a maggior contenuto di valore, in primis la consulenza sugli investimenti o sulle esigenze di finanziamento.

Emerge così per le banche un nodo da sciogliere sul fronte organizzativo
, che alcuni istituti italiani, particolarmente sensibili alle previsioni sui futuri comportamenti dei clienti, hanno già cominciato ad affrontare: sono state avviate specifiche iniziative volte a incrementare la capacità di contatto con la clientela nei principali momenti di bisogno, senza per questo costringere i clienti a “mettersi in coda” in agenzia. In questo quadro si inserisce l’idea di una nuova rete di promotori finanziari targata Bnl o il progetto del gruppo Intesa Sanpaolo per abilitare i gestori del segmento affluent alle visite a domicilio.

Una capacità di contatto su base multi-canale è già scontata nelle attese dei clienti:
sarà quindi decisivo riuscire a fornire consulenza a elevato contenuto attraverso le modalità di contatto più consone ai risparmiatori, in termini di logistica e di orari. La riscoperta dei promotori finanziari da parte delle banche rappresenta un primo passo in questa direzione, destinato a diventare la base per il sistema. Il rischio di non perseguirla è quello di perdere i clienti o, peggio ancora, di vedersi relegati a servirli per le attività a minor valore aggiunto, tramite piattaforme Internet con prezzi che si prevedono in forte discesa.

Massimo Arrighi è partner di AT Kearney

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