Mps, dalla Consob una segnalazione alla magistratura contro gli attuali vertici

LA SEGNALAZIONE DELLA CONSOB – La Consob a febbraio ha presentato una segnalazione alla magistratura contro gli attuali vertici di Mps. Lo ha annunciato il Codacons e lo hanno confermato a BLUERATING fonti vicine all’autorità. Il motivo? Lo spiega il Codacons in un comunicato stampa: aver fornito informazioni “non veritiere o quantomeno omissive” in merito al finanziamento dell’operazione Antonveneta e alla presunta operazione in titoli di Stato (Btp) eseguita da Mps con Nomura. L’ente cita documenti in suo possesso secondo cui i fatti contestati nella segnalazione presentata dalla Consob si riferirebbero, tra l’altro, a informazioni fornite da Mps in data 23 aprile 2012, 24 aprile 2012, 10 maggio 2012, 25 giugno 2012, 6 luglio 2012, 20 luglio 2012 e 1 ottobre 2012, ovvero relative alla gestione attuale del presidente Alessandro Profumo e dell’amministratore delegato Fabrizio Viola. La Consob avrebbe dunque chiesto alla Procura di aprire un’indagine contro Mps per ostacolo alla vigilanza.

L’ALTRO DOCUMENTO – Nel secondo documento emergerebbe che la Consob, già a settembre 2012, aveva perfettamente riconosciuto che l’operazione eseguita da Mps con Nomura poteva nascondere un credit default swap. Peraltro senza che, commenta il Codacons, l’autorità sia a tutt’oggi intervenuta per ingiungere a Mps di correggere il bilancio. I documenti della Consob, spiega l’associazione, “confermano quanto il Codacons ha sempre asserito e ha anche chiesto di verificare, per il tramite degli accertamenti chiesti al Tribunale Civile e alla Procura della Repubblica, in merito alle responsabilità degli attuali vertici di Mps citati per truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita di aiuti di Stato e delle autorità di vigilanza (Consob e Banca d’Italia) per omesso controllo”.

LA RICHIESTA DEL CODACONS
– Il Codacons chiede infine al governo Letta e al ministro dell’Economia Saccomanni di informare prontamente la Commissione europea e di includere nel piano di ristrutturazione, oltre agli interventi già richiesti dalla Commissione Almunia, anche la sostituzione degli attuali amministratori, “non potendosi in alcun modo affidare l’implementazione del piano di ristrutturazione e con esso la gestione di 4 miliardi versati dai contribuenti ad amministratori che, secondo quanto affermato dalla Consob stessa, abbiano rilasciato informazioni ‘non veritiere o quantomeno omissive’ all’autorità di vigilanza e al mercato”.

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