Valartis vuole vendere la divisione private banking

IL PRIVATE COSTA TROPPO -  Il gruppo bancario svizzero Valartis (asset per 7,9 miliardi di franchi) potrebbe vendere la sua società di private banking oppure annetterla ad un’altra società. Lo ha fatto sapere a fine agosto un portavoce del gruppo secondo cui la divisione private banking di Valartis vale circa un quinto del fatturato del gruppo ma vi incide per un terzo sui costi. Il problema delle società di private banking svizzere è che stanno facendo di tutto per tagliare i costi. Questo genere di società sta infatti scontando un periodo di tassi bassi e uno scarso attivismo da parte della clientela in termini di operazioni. A tutto questo si aggiungono i provvedimenti varati dal governo americano per smascherare gli evasori fiscali, azioni che tendono a intimorire ancora di più la clientela private che opera in svizzera contribuendo a affossare un mercato non certo florido.

NON C’È ANCORA NULLA DI DEFINITIVO – Il ceo del gruppo, Gustav Steinbolt ha dunque fatto sapere che Valartis potrebbe quindi decidere di vendere il business di private banking o di fonderla con un altro istituto svizzero, mantenendo in ogni caso una quota rilevante del capitale sociale. Il manager ha anche reso noto che alcuni istituti si sarebbero già fatti avanti ma per ora, preferisce non diffondere ulteriori dettagli in merito. Intanto i numeri parlano chiaro: nei primi sei mesi dell’anno i profitti netti del business sono crollati del 96 percento a 3,9 milioni di franchi rispetto allo stesso periodo del 2012. Ciononostante il manager ha voluto sottolineare che il private banking di Valartis è ancora in grado di generare profitto, così come sta avvenendo per gli istituti di private banking che il gruppo ha in Austria e Liechttenstein. Valartis che ha lanciato la sua strategia chiamata “Private Banking Plus” nel 2008 mirata a clienti private e investitori istituzionali ha fatto sapere che l’idea di vendere ha lo scopo di creare una sostenibile politica di costi.

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