Sospetta associazione a delinquere, promotore sospeso per un anno

PRESUNTA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE – Una storia di presunta associazione a delinquere e di soldi a quanto pare spariti ha portato alla sospensione cautelare, per un periodo di un anno, di Riccardo Buti dall’esercizio dell’attività di promotore finanziario. Il provvedimento è arrivato dalla Consob, che lo ha sancito con la delibera 18622. La misura disciplinare si collega a un fatto di cronaca che si è guadagnato qualche spazio sui media alla fine dello scorso anno. La Stampa di Torino, per esempio, a dicembre riferì che Buti e altri promettevano ai clienti interessi a doppia cifra ma, dopo un primo acconto, sparivano con l’intero capitale.

ARRESTI DOMICILIARI – Con una nota del 5 febbraio, la Procura della Repubblica del Tribunale di Torino ha inoltrato alla Consob copia dell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’applicazione nei confronti di Buti, 47enne residente in provincia di Pisa con un passato in Groupama sim, della misura coercitiva degli arresti domiciliari presso la sua abitazione. Dall’esame della documentazione inviata dalla Procura in sostanza è emerso che Buti, insieme ad altri soggetti, “costituiva un’associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati”.

LO SCHEMA UTILIZZATO – Lo schema illecito utilizzato è risultato il seguente: Buti, insieme a un altro, operando prevalentemente nelle province di Lucca e Pisa, e un terzo attivo invece nelle province di Milano e Torino, provvedevano a contattare il cliente/investitore, al quale facevano sottoscrivere contratti di gestione con una società asiatica non iscritta nell’albo delle sim extracomunitarie e quindi non autorizzata a operare sul territorio italiano come intermediario. In particolare, tra il primo giugno 2008 e il 31 maggio 2009, Buti e altri, i cui nomi sono omessi dalla delibera Consob, hanno fatto sottoscrivere 433 mandati di gestione fondi in deposito offerti dalla società asiatica, per un importo complessivo pari a 12.369.000 euro. Il denaro raccolto, tramite assegni bancari e contanti, veniva dapprima versato su un conto corrente acceso presso l’agenzia 23 di Cariparma Credit Agricole di Torino e successivamente trasferito su un altro conto acceso presso la Hsbc Private Bank di Ginevra.

CLIENTI RAGGIRATI
– Secondo il provvedimento giudiziale, Buti in qualità di promotore finanziario riceveva i clienti sia presso gli uffici di Pontedera e Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, sia andando a casa loro con l’obiettivo di far sottoscrivere i contratti di gestione offerti dalla società e allo stesso tempo ritirare il denaro contante e/o gli assegni bancari che costituivano la provvista degli investimenti. Dal 3 maggio 2012, circa 60 clienti hanno sottoscritto dei contratti di gestione e consegnato a Buti la liquidità necessaria per dar loro esecuzione.

SOSPESO PER UN ANNO – Con lettera datata 20 febbraio 2013 e ricevuta da Buti il 6 marzo dello stesso anno, la Consob ha comunicato all’uomo l’avvio di un procedimento finalizzato all’eventuale adozione di un provvedimento di sospensione cautelare, in ragione della pendenza del procedimento penale, e gli ha fatto presente che aveva la possibilità di essere ascoltato e di trasmettere memorie difensive. Buti non si è avvalso del diritto di presentare memorie difensive né ha chiesto di essere ascoltato. In attesa di fare completa chiarezza sulla sua posizione, è sospeso dall’attività per un anno.

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