UniCredit, tra sei mesi operativi i consulenti personal banking

LA RICONVERSIONE – Andrà a regime nella primavera del 2014 l’iniziativa di pescare 500 consulenti personal banking dai 2.500 personal banker del gruppo UniCredit. Lo riferiscono a BLUERATING fonti che confermano quanto è trapelato nei giorni scorsi, aggiungendo che i 500 professionisti sono già stati individuati e che verranno contattati a breve. Se rispondono di sì, a loro spetterà il compito di seguire i clienti anche fuori sede. L’evoluzione non sarà infatti obbligatoria ma facoltativa, con l’adesione volontaria dei prescelti. Gli interessati saranno iscritti, con onere a carico della banca, nell’Albo dei promotori finanziari, dopo aver fruito di un’adeguata formazione per la preparazione al ruolo.

ACCORDO DI SETTEMBRE – “Questa iniziativa fa parte delle attività di insourcing che, se nel passato erano date in esterno, ora vengono riportate all’interno. Un risultato che viene da un accordo sottoscritto il 15 settembre 2013, nel quale abbiamo trovato un modo per far uscire personale che aveva già maturato requisiti di pensione in base alla legge Fornero o che li avrebbe maturati entro il 2015”, spiegano le fonti a BLUERATING. Insomma, nel gruppo di Piazza Cordusio (ora UniCredit Tower) si sta assistendo all’ennesima riorganizzazione e ora il focus si concentra su più temi, tra cui quello della flessibilità d’orario nelle agenzie (l’azienda ha presentato altri due progetti: Flex for You e Orari Prolungati). Ma le sigle sindacali si dicono preoccupate che questa mossa “risponda più all’esigenza di ridurre ulteriormente i costi che a quella di rilanciare l’attività commerciale”. E, su quest’ultimo punto, parlano di “sperimentazione di nuovi modelli di servizio per alleggerire la rete fisica degli sportelli a vantaggio della multicanalità”.

LA PAROLA AI SINDACATI
– “L’iniziativa si inserisce in una logica di multicanalità che ha senso nella misura in cui sia la banca ad andare dal cliente e non viceversa, come sta accadendo”, chiarisce una fonte che preferisce non essere citata. E continua: “I personal banker di cui si parla sono quelli che seguono la clientela del segmento intermedio, non la clientela private. Questi cominceranno a rafforzare l’attività di consulenza e di sollecitazione al pubblico risparmio presso la residenza del cliente. Questi consulenti hanno già un portafoglio che è della banca (e non loro), di cui restano dipendenti con contratto bancario. E tali resteranno. È solamente data loro la possibilità in più di avere il patentino (il cui onere è a capo dell’azienda). Non si tratta, insomma, né di assunzioni né di contratti di collaborazione ma di riconvertire il personale interno. Si tratterà perlopiù di data entry”.

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