Banca Mediolanum, Oscar di Montigny e i suoi “business”

PERCORSO IMPRENDITORIALEOscar di Montigny (nella foto) è il capace direttore marketing e comunicazione di Banca Mediolanum, presieduta da Ennio Doris, la cui figlia Sara è la moglie del manager. Al netto della sua importante attività nella “banca costruita attorno a te”, di Montigny ha cercato di sviluppare negli anni un suo percorso imprenditoriale che stenta però a raggiungere risultati. Anzi, talora è in decisa perdita.
 
IL BILANCIO DEL 2012 – Il caso più significativo riguarda il veicolo Ki Relationship Knowledge Improvement (Krki) che di Montigny, essendone amministratore unico, ha costituito nel 2004. Il bilancio 2012 si è chiuso con una perdita di quasi 420mila euro, rinviata a nuovo, dopo il minipassivo di 22mila euro circa dell’esercizio precedente. Il disavanzo si deve alle svalutazioni per 395.815 euro intervenute sulle due partecipate: il 33,33% di Costes Holding (svalutato per 394.815 euro) e il 16,67% di Consorzio Club Deal “writeoffato” per il restante. La nota integrativa spiega che tali svalutazioni “originano dalla costatazione che le partecipazioni in tali società abbiano subìto perdite durevoli di valore”.

IL BUSINESS DELLE IMBARCAZIONICostes Holding era stata costituita nel 2007 da di Montigny, Edoardo Caovilla (esponente della famosa dinastia produttrice di scarpe di lusso da donna) e Matteo Lunelli (esponente della famosa dinastia produttrice di vini e spumanti) con l’oggetto tipico di detenzione di quote. L’unica partecipazione di controllo è stata quella nella Costes Yachting, titolare del progetto e del know how relativo all’imbarcazione Galatea CY58 (costruita dalla controllata Costes One) e al relativo marchio. Ma il super-motoscafo, un fuoribordo da quasi 18 metri, descritto entusiasticamente nel 2009 da Caovilla, non ha mai attecchito e la crisi della nautica ha fatto il resto. Così Costes Yachting è stata messa in liquidazione alcune settimane fa e tutti i soci hanno pagato il conto, compreso il genero di Doris.

 
I-DEAGATE – Anche l’altra società di Di Montigny, la I-Deagate, non decolla. Costituita nel 2007 con Gabriele Corno, ha chiuso il 2012 con ricavi pari a zero. Dovrebbe occuparsi, da statuto, della “prestazione di servizi di supporto a favore di soggetti operanti in settori innovativi”.

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