Mifid 2, deputati e senatori dicono no all’offerta fuori sede dei cf autonomi

Parere favorevole, come annunciato, da parte della VI commissione Finanze della Camera dei Deputati e della VI commissione Finanze e Tesoro del Senato (qui il commento del presidente Mauro Maria Marino) all’atto di governo 413, dunque alla bozza di decreto legislativo approvata in via preliminare dal governo a fine aprile per il recepimento di Mifid 2 e Mifir. Ora tutto dovrebbe tornare nelle mani del governo, che entro il 3 agosto (qui la notizia precedente) è chiamato ad approvare in via definitiva il decreto legislativo in questione.

Di seguito, la proposta di parere approvata oggi in commissione al Senato.
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Ma da entrambi i rami del Parlamento arrivano vari suggerimenti all’esecutivo, fra i quali quello di rivedere, eventualmente sopprimendolo, il 30-bis, l’articolo che introdurrebbe la possibilità, per i consulenti finanziari autonomi, “di promuovere e prestare il servizio di consulenza in materia di investimenti anche in luogo diverso dal domicilio eletto, in quanto tale disposizione, di per sé non richiesta ai fini del recepimento della direttiva Mifid 2 nell’ordinamento nazionale, potrebbe pregiudicare un efficiente esercizio delle funzioni di vigilanza per la tutela del risparmiatore da parte dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari, con difficoltà oggettive nell’esecuzione delle ispezioni e nel reperimento della documentazione di supporto per le istruttorie”, come si legge nel testo del parere approvato questa mattina alla Camera. Le VI commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama sembrerebbero dunque aver accolto la mozione presentata in audizione informale al Senato dal presidente dell’Ocf Carla Rabitti Bedogni.

In realtà, presso la VI commissione Finanze della Camera già ieri si sarebbe dovuto votare il parere sull’atto di governo contenente appunto lo schema di decreto legislativo per il recepimento della Mifid 2 e del Mifir. Senonché, come spiegato da Bluerating.com, la proposta di parere stilata la settimana scorsa dall’onorevole Barbanti e trasmessa informalmente via email a tutti i componenti della commissione nella mattina di venerdì 30 giugno (allegato 1, n.d.r.) e in seguito riformulata dallo stesso relatore (allegato 2, n.d.r.) – che ha inserito una nuova osservazione indicata con la lettera a-bis) e riformulato la lettera h) delle osservazioni, rimandandola poi in via informale per posta elettronica ai colleghi della commissione – pur avendo ottenuto un’ampia convergenza da parte di quasi tutte le forze politiche, ha fatto registrare la richiesta da parte di Pietro Laffranco, deputato di FI-Pdl, di trasformare in “condizione” la “osservazione” contenuta alla lettera f), riguardante il regime applicabile alle azioni emesse dalle banche di credito cooperativo e dalle casse rurali, vincolando l’ok al parere a questa modifica.

Da qui l’ulteriore riformulazione della proposta di parere (allegato 3, n.d.r.), per esaminare la quale i deputati del M5S hanno chiesto una proroga di qualche ora rispetto alla precedente tabella di marcia. E oggi, finalmente, la commissione Finanze della Camera ha dato parere favorevole alla bozza del decreto legislativo, ma ponendo 4 condizioni e 8 osservazioni. Fra le osservazioni, quella sul 30-bis. La votazione in commissione Finanze e Tesoro al Senato si è invece svolta nel pomeriggio di mercoledì 5 luglio, come previsto.

Di seguito, la proposta originale dell’onorevole Barbanti e le successive riformulazioni: quella contenuta nell’allegato 3 ha avuto l’ok della commissione Finanze a Montecitorio stamattina.
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