Mps annuncia nuovi tagli, sindacati sul piede di guerra

SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA – I sindacati scendono in campo ancora una volta contro i tagli annunciati da Mps, dopo che la banca senese ha presentato un piano esuberi che comporterà un risparmio di mezzo miliardo di euro di qui al 2017. Tolti i 2.700 dipendenti già usciti grazie al precedente piano, la riduzione riguarderà complessivamente 5.300 dipendenti. Di questi, 1.100 usciranno con l’esternalizzazione delle attività di back-office, altri 700 grazie al turnover, 600 passeranno a enti o società e 2.900 saranno prepensionati con ricorso al fondo di solidarietà. “

UNA FASE DIFFICILE – “L’azienda non ha ritenuto di ascoltare la nostra richiesta e continua a non rispondere su come vuole affrontare gli ulteriori esuberi dichiarati e quelli complessivi ancora da gestire”, si legge in una nota della segreteria Fisac Mps. “Questo in una fase in cui l’irresponsabile disdetta, da parte dell’Abi, del Contratto nazionale e del fondo di solidarietà ha aumentato l’allarme sociale in tutto il settore e ha portato alla proclamazione dello sciopero generale di categoria per il prossimo 31 ottobre”.

RIORGANIZZAZIONE DELLA DAACA  – Al contrario, prosegue il sindacato, Mps “ha ritenuto di aprire una procedura sindacale di riorganizzazione della Daaca (la divisione che concentra le attività amministrative, contabili e ausiliarie del gruppo), che pur non essendo quella prevista dalla legge in materia di cessione di ramo d’azienda, ne costituisce i presupposti. L’azienda stessa definisce il progetto di riorganizzazione come propedeutico all’esternalizzazione”. Un atteggiamento che “ingenera solo divisione e paura; la dirigenza si renda conto che la logica di esclusione dei lavoratori dal confronto su progetti che riguardano le loro vite è dannoso per l’azienda, perché le professionalità, l’impegno e la dedizione dei dipendenti costituiscono da sempre un valore aggiunto fondamentale per l’esistenza, la crescita ed il futuro dell’azienda stessa”, conclude la Fisac.

DOCUMENTO TOP SECRET – Intanto, secondo quanto riportano i quotidiani La Stampa e Il Corriere della Sera, un documento “segreto” ha svelato come fu scoperto il contratto dell’operazione “Alexandria” tra Mps e la banca giapponese Nomura, volta a far risultare in attivo il bilancio 2009 della banca senese. Nel dettaglio, una mail con il “mandate agreement”  è stata spedita il 30 ottobre del 2012 da Valentino Fanti, segretario dell’ex presidente di Mps, a Fabrizio Leandri, responsabile dei controlli interni. In base a quelle poche righe, il contratto nascosto nella cassaforte dell’ex direttore generale Mps, Antonio Vigni, sarebbe stato scoperto il 20 settembre 2012. In mandate aggreement collegava due operazioni finanziarie del 2009 formalmente distinte: la ristrutturazione del derivato “Alexandria” e un acquisto di 3 miliardi di Btp trentennali finanziati da Nomura. Sulla base di quel contratto, Mps ha riscritto a febbraio 2013 i bilanci con una perdita ulteriore di 700 milioni.

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