Promotori, le quattro ragioni per lasciare la propria rete

DIRE BASTA – Passiamo gran parte della nostra vita lavorativa a collaborare con i nostri capi e i nostri colleghi con l’obiettivo di migliorare la società e noi stessi a livello professionale. Ma spesso qualcosa nell’ingranaggio non funziona e – nonostante licenziarsi (soprattutto in questo periodo di crescente disoccupazione) rappresenti davvero l’ultima spiaggia – a volte la migliore soluzione per tutti è abbandonare l’azienda. Ecco quando un promotore finanziario dovrebbe prendere questa coraggiosa decisione e cercare un altro lavoro.

1. La mancanza di formazione
La maggior parte dei giovani promotori vogliono gestire in autonomia i propri clienti. Raggiungere questo obiettivo richiede quasi sempre qualcosa in più della sola formazione scolastica. Inoltre, una parte di questa formazione può arrivare solo dall’esperienza su campo. Insomma, se la vostra azienda non dispone di una formazione per farti diventare il promotore che vuoi diventare, probabilmente è arrivato il momento di guardare altrove.

2. La situazione non soddisfa i tuoi progetti a lungo termine
Oltre a lavorare con i propri clienti, la maggior parte dei giovani promotori finanziari e consulenti vorrebbero diventare indipendenti o ambire ad avere ruoli di responsabilità. Se la vostra azienda non ha una chiara politica di “promozione” e la gratificazione è importante per voi, è tempo di scoprire quale futuro vi riserva l’azienda. Molti giovani, ma anche promotori più anziani, sprecano il loro tempo senza che la società gli dia una precisa strada da seguire.

3. Persistenti problemi con il capo
Alcuni top manager sono persone che vogliono entrare in ogni attività del dipendente. Altri datori di lavoro pretendono dai propri promotori finanziari degli orari disumani. Altri li attaccano addirittura verbalmente. Se il problema non si risolve semplicemente parlandone, la soluzione migliore è cercare un altro lavoro.

4. Un eccessivo squilibrio tra la vita persona e il lavoro
Per essere felici ogni dipendente, e quindi anche un promotore finanziario, ha bisogno di un equilibrio tra il lavoro e la propria vita privata. A volte ci sono situazioni che non funzionano: l’ufficio è troppo lontano o l’orario è troppo rigido e va in conflitto con le esigenze di moglie e figli. Ovviamente ogni società di consulenza o rete finanziaria ha le proprie peculiarità: quindi è probabile che si possa trovare un compromesso che mette d’accordo entrambe le parti. In caso contrario se siete infelici, cambiate lavoro.

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