Europa, c’è l’accordo sull’unione bancaria

VERSO L’UNIONE BANCARIA – I ministri delle Finanze dell’Unione hanno raggiunto un accordo sulla nascita di un meccanismo unico di gestione delle crisi bancarie. L’intesa, che è stata definita “storica” dal ministro dell’Economia italiano Fabrizio Saccomanni, dovrà essere approvata dal Parlamento europeo entro la fine della legislatura. Il pacchetto prevede la nascita di un consiglio di risoluzione, di un fondo di risoluzione e di un paracadute finanziario da utilizzare mentre il fondo sale a regime. L’accordo si basa su un regolamento e un trattato intergovernativo. Quest’ultimo è stato voluto da alcuni Paesi, in particolare la Germania, per dare una base legale certa al fondo di risoluzione. Il nuovo assetto è un tassello dell’unione bancaria e arriva sulla scia del trasferimento della vigilanza bancaria alla Banca centrale europea. Il fondo verrà finanziato da denaro privato. L’obiettivo è evitare che gli Stati siano chiamati come negli anni passati a usare denaro pubblico per salvare le banche in difficoltà. Il fondo, alla nascita, sarà composto da compartimenti nazionali. Nell’arco di dieci anni, a un ritmo del 10% all’anno, le quote nazionali saranno progressivamente messe in comune.

I FINANZIAMENTI-PONTE
– Nella fase transitoria, il fondo potrà godere “come estrema ratio” di finanziamenti-ponte, anche di natura pubblica, nazionale o attraverso il meccanismo europeo di stabilità (Esm). L’intesa prevede anche un non meglio precisato “paracadute finanziario comune” che “dovrebbe permettere la presa in prestito di denaro da parte del fondo di risoluzione”. Questo strumento, che dovrebbe essere “pienamente operativo entro dieci anni”, deve essere neutro per i bilanci nazionali. Il settore bancario sarà infatti chiamato a rimborsare i prestiti concessi al fondo di risoluzione, attraverso prelievi sui bilanci degli istituti anche ex post. Le decisioni sull’uso del fondo verranno prese da un consiglio di risoluzione in sessione esecutiva (composto cioè dalle autorità nazionali coinvolte) ed entreranno in vigore entro 24 ore. In caso di parere contrario da parte della Commissione, il dossier passerebbe all’Ecofin, che voterebbe a maggioranza semplice.

PRIMO GENNAIO 2015 – Quando la ristrutturazione impegnerà almeno il 20% del fondo o richiederà l’accesso al fondo dopo che nell’anno in corso sono già stati usati cinque miliardi di euro, la procedura sarà gestita dal consiglio di risoluzione in sessione plenaria (presenti tutte le autorità nazionali). In questi casi, la decisione sarà presa da una maggioranza dei due terzi e il benestare di Paesi pari al 50% dei contributi al fondo. Sempre nel completare l’unione bancaria, Parlamento e Consiglio hanno trovato nella notte tra martedì e mercoledì un accordo su regole armonizzate a 28 nel campo delle garanzie sui depositi bancari. La nuova direttiva stabilisce l’ammontare dei vari fondi nazionali e le scadenze entro le quali rimborsare i correntisti. Il meccanismo unico di gestione delle crisi dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2015.

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