Offerta fuori sede, la Consob: c’è pericolo di conflitti di interesse

I PROSSIMI DUE ANNI – La Consob ha approvato e pubblicato il bilancio di previsione per l’esercizio 2014, che contiene gli obiettivi per quest’anno e per il prossimo. Il tutto è nella delibera 18752. Per quanto riguarda l’area di vigilanza sugli intermediari, “il ridotto contributo del margine di interesse al conto economico e la necessità di sviluppare fonti di reddito alternative, soprattutto di tipo commissionale, e l’aumento della ricerca di fonti di raccolta di tipo retail, quali emissioni di obbligazioni e prodotti strutturati, rendono possibile un innalzamento – in sede di distribuzione – del conflitto di interessi fra intermediari (focalizzati su stringenti obiettivi di redditività e liquidità) e clienti (che mirano all’ottimizzazione degli investimenti)” e “aumenta il rischio di divaricazione degli obiettivi di stabilità degli intermediari e di tutela della correttezza e della trasparenza”.

VIGILARE SULLA DISTRIBUZIONE – Per mitigare questo rischio, una delle priorità nell’azione di vigilanza “sarà vigilare sull’attività di distribuzione degli intermediari” con un focus sul collocamento, anche tramite l’offerta fuori sede, di prodotti connotati da profili di complessità e da accentuati conflitti di interesse”. A causa dei deflussi dai fondi comuni di investimento registrati nel 2012 e di una presenza sempre più intensa dei player europei con un’offerta di fondi variegata, spiega la Consob, “le politiche commerciali delle sgr potrebbero orientarsi all’offerta di fondi che siano appetibili per le reti di vendita anziché volti al soddisfacimento dei bisogni della clientela target. Al fine di contenere i possibili effetti negativi legati a questo rischio, la priorità nella vigilanza sul settore del risparmio gestito sarà vigilare sulla coerenza con le previsioni del Tuf e del Regolamento Intermediari delle politiche commerciali delle sgr partendo dalla fase di definizione della gamma di prodotti”.

ATTENZIONE ALLA TRASPARENZA – Per gli anni 2014 e 2015, in relazione al tema dell’offerta di prodotti non-equity ai risparmiatori retail, il rischio fondamentale è legato alla possibilità che le maggiori esigenze di reperimento dei finanziamenti da parte di emittenti bancari possano portare a un abbassamento degli standard di trasparenza. La priorità per il prossimo biennio, scrive la Consob, sarà quindi “volta a garantire la correttezza dell’informazione fornita nei documenti di offerta sui prodotti e sulla situazione degli emittenti, con particolare attenzione al rischio di credito, nonché segnalare le offerte più critiche ai fini della vigilanza in chiave Mifid tramite l’implementazione e lo sviluppo dei modelli di vigilanza sui prodotti non equity sulla base della mappatura dei prodotti e delle elaborazioni sulle risultanze tratte dal protocollo di intesa con Banca d’Italia“.

PROTEGGERE GLI INVESTITORI
– In merito alla proposta di “Product intervention”, formulata nell’ambito dei lavori di revisione della Mifid, viene riconosciuta la possibilità per le autorità di vigilanza nazionali di proibire la diffusione di strumenti finanziari che possano pregiudicare la protezione degli investitori, l’ordinato funzionamento del mercato o la stabilità, in tutto o in parte, del sistema finanziario di uno o più Paesi dell’Unione europea. Tuttavia, nell’ambito dei lavori dell’Esma, sarà necessario definire un quadro e dei criteri comuni per guidare le azioni di rafforzamento nei confronti del produttore e/o del distributore di strumenti finanziari.

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