Patrizi (Credit Suisse): bisogna lavorare sulla trasparenza

Il private banking sta cambiando pelle, così come la sua clientela. Una rivoluzione che riguarda tutti i player del settore che stanno mettendo a punto le loro stategie per affrontare questo vento di novità. BLUERATING ne ha parlato con Marcello Patrizi (nella foto sotto), responsabile private banking Centro Italia di Credit Suisse.

Quali sono le vostre strategie e chi sono i vostri clienti?
Il nostro business di wealth management è uno dei più importanti nel settore del private banking ed è anche l’attività principale del gruppo Credit Suisse. Come gruppo offriamo questo tipo di servizi sia a clienti privati che istituzionali. Come clienti privati ci concentriamo soprattutto sui clienti High Net e Ultra High Net in tutto il mondo. A ciascun cliente portiamo l’expertise e le competenze di un gruppo presente in oltre 40 Paesi con più di 300 uffici in tutto il mondo. Non solo, abbiamo un processo di advisory strutturato che offre la possibilità di accedere ad una piattaforma unica di prodotti e servizi, estremamente sofisticata che si basa su di una architettura aperta. Il nostro gruppo ha oltre 4.000 relationship manager certificati e 22 booking center, che riflettono la nostra presenza globale. Possiamo quindi servire i nostri clienti in tutti i luoghi in cui operano. Ritengo che per la fascia di clientela cui Credit Suisse si rivolge questa possibilità sia assolutamente fondamentale. La nostra esperienza anche nell’Investment Banking ci permette di offrire tutte le competenze per soddisfare i bisogni della clientela a 360 gradi, oltre al profilo privato – che è quello principale – veniamo incontro anche alle necessità tipiche degli imprenditori.

Come è andato il 2013 per Credit Suisse Private Banking?
Se si guardano i confini nazionali possiamo dire che il 2013 è stato un anno nel complesso positivo, perché stiamo procedendo fermamente nel percorso che abbiamo annunciato negli anni passati. Naturalmente la situazione di mercato è stata favorevole, ma siamo anche molto soddisfatti per i traguardi raggiunti in termini di modello operativo. Stiamo infatti proseguendo il percorso per concentrarci sulla nostra clientela High Net e Ultra High Net e questo è confermato sia dall’acquisto delle attività EMEA (Europe Middle East and Africa) di Morgan Stanley, sia dall’arrivo di un team molto forte negli Ultra High Net a Milano e a Roma ,professionisti di lunga esperienza in questo settore come Luca Sicari e Cristiano Castellani entrambi provenienti da BNP Paribas che mi hanno raggiunto nella sede di Roma (a Milano sono invece entrati, Roberto Coletta, Paolo Roncati e Claudio Detti n.d.r.).

Che novità per il 2014?
L’Italia rappresenta per il Gruppo Credit Suisse uno dei Paesi chiave. Siamo presenti da oltre 25 anni e l’Italia è il Paese all’avanguardia in termini di modello di Private Banking. Di fatto, Credit Suisse Italy è stato il primo ad orientarsi alla consulenza sia nel contesto del private banking italiano che all’interno del Gruppo Credit Suisse. È la capacità di anticipare i cambiamenti e metterli al servizio della nostra clientela la nostra forza come Gruppo e anche come Team Paese. L’Italia è un Paese nel quale vogliamo continuare ad avere un ruolo di primo piano. Qui abbiamo la massa critica per servire direttamente la nostra clientela in tutti gli ambiti (dal private all’investment banking).

Dove punterete?
Oggi il team Uhnwi dedicato alla clientela italiana, gestisce patrimoni superiori ai 50 milioni di euro con oltre 20 professionisti con una vasta esperienza nel private banking e nel corporate finance posizionandosi così in modo importante in questo segmento considerato strategico che rappresenta una delle priorità chiave nell’ambito del Private Banking del Gruppo. Proprio dall’Italia è partito da qualche settimana un nuovo contratto di Global Advisory con la possibilità per il cliente di pagare una fee omnicomprensiva, che supera la logica di remunerazione legata al prodotto di investimento eliminando definitivamente il tema del conflitto di interesse.

Quali i punti deboli del private in Italia?Cosa bisogna cambiare?
Questo sistema infatti è ancora il punto debole del private banking in Italia, la mancanza di trasparenza circa i costi impliciti dei prodotti. È questa la direzione in cui Credit Suisse continuerà ad andare anche per il 2014. Sulla piazza di Roma Credit Suisse continua ad essere molto attivo. Ci sono ancora molte opportunità per noi nei prossimi anni. Se molte delle principali banche internazionali hanno ridotto o addirittura azzerato la loro presenza, l’ampliamento del team è la conferma di quanto Roma resti per noi importante. Crediamo in questa area e siamo ogni giorno impegnati ad offrire il migliore advisory per trasparenza e assenza di conflitto di interesse ai nostri clienti attuali e potenziali.

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