Regolamento Banca d’Italia, le associazioni fanno quadrato a difesa del sistema di remunerazione dei pf

LA DIRETTIVA CRD4 – Anche i pf saranno soggetti alle politiche di remunerazione previste dalla Direttiva Crd4 sui requisiti di capitale delle banche. La Banca d’Italia, com’è noto, ha recepito le disposizione della direttiva ed ha avviato delle consultazioni. La direttiva Crd4, infatti, introduce il limite di 1:1 nel rapporto tra componente fissa (ricorrente) e variabile (non ricorrente) della remunerazione ponendo non pochi dubbi e timori tra le associazioni di categoria delle reti e dei promotori finanziari. Tale limite, infatti, é destinato ad avere una influenza sensibile sulle politiche dei compensi del pf, considerando come sia frequente che la parte incentivante sia più rilevante di quella ricorrente. Il tema è stato al centro della tavola rotonda organizzata stamani da Anasf, nell’ambito del Salone del Risparmio, sui “Modelli di remunerativi ed evoluzione della figura del promotore finanziario“  e moderata da Germana Martano, direttore generale dell’associazione di categoria dei pf.

I RISCHI CONNESSI ALLA NUOVA DISCIPLINA – Luca Frumento, avvocato e consulente legale dell’Anasf ha esordito evidenziando i rischi connessi all’applicazione della nuova disciplina per la remunerazione dei pf. “La meccanica applicazione  delle norme del Regolamento della Banca d’Italia, in particolare con riferimento alla questione del rapporto tra remunerazione ricorrente e non ricorrente in misura di 1:1, se priva di adattamento sulle peculiarità della figura del pf sarebbe ingiusta e determinerebbe una palese violazione dell’articolo 3 della Costituzione in tema di parità di trattamento”, ha sottolineato Frumento. Anche Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, ha espresso perplessità su una integrale applicazione del regolamento di Banca d’Italia. “Riteniamo che alcuni aspetti del secondo documento di consultazione, non siano applicabili alla disciplina del promotore finanziario (il riferimento é alla equiparazione tra remunerazione ricorrente e non ricorrente in misura di 1:1, n.d.g.) se non quelli previsti nell’apposito paragrafo sui pf”, ha affermato Tofanelli che ha poi aggiunto: “chiediamo che la normativa risponda a criteri di efficienza e disciplina dettati da un analisi profonda della regolamentazione esistente sui promotori finanziari”. Cristiana Minguzzi, della Direzione strategie e Mercati finanziari – Ufficio analisi gestionali dell’Abi, ha affermato con riferimento ai dipendenti bancari che “va bene calmierare la remunerazione variabile, ma solo per il personale più rilevante non per tutti i dipendenti”. Infine, sul tema si é espresso nei saluti finali anche Maurizio Bufi, presidente dell’Anasf, affermando che “Industria e istituzioni devono fare sistema e dimostrare unità anche sul versante della remunerazione dei promotori finanziari. Il pf-consulente finanziario é un soggetto da valorizzare e non da penalizzare”.

LA REMUNERAZIONE DEI CONSULENTI ALL’ESTERO – Ma cosa succede negli altri Paesi in materia di remunerazione dei consulenti? Marco Barbaro, amministratore delegato di Bnp Paribas Investment Partners, ha illustrato il caso francese. Oltralpe operano circa 3500 consulenti e gestori di patrimoni indipendenti (Cgpi). Dal 2013 queste figure devono essere iscritte al Registro degli intermediari assicurativi, finanziari e bancari. “I Gpci sono remunerati con una parte fissa composta dalla fee di consulenza e una parte variabile rappresentata dalle retrocessioni delle commissioni di gestione che oggi pesa per il 90% sul loro sistema retributivo. E appena il 4% dei Cgpi viene retribuito sulle sole fee di consulenza” ha sottolineato Barbaro. Mentre Simona Merzagora, country head Italia di Ing Investment Management, ha raccontato dei cambiamenti avvenuti nel mercato distributivo olandese. “La mentalità calvinista degli olandesi ha prodotto scelte molto rigorose come l’abolizione di tutte le forme di incentivi dirette ai consulenti. I regolatori hanno operato queste scelte anche per punire il sistema finanziario oltre che per rafforzare la protezione del consumatore, attuare una maggiore trasparenza sul costo dei prodotti e valorizzare l’uso degli etf”, ha spiegato Merzagora. Con qualche controindicazione non di poco conto: la fee di consulenza sono in grado di pagarla in pochi, i clienti private in particolare. Mentre si assiste a un fenomeno di abbandono dei clienti meno remunerativi da parte dei consulenti, costretti in pratica al fai da te. Sulle conseguenze della Rdr (Retail distribution review) sul sistema anglosassone della distribuzione, si è poi soffermato Carlo Trabattoni, head of pan european intermediary distribution di Schroders. Su un sistema di regole che è entrato in vigore il 1 gennaio 2013 e dispiegherà tutti i suoi effetti rivoluzionari entro il 2016.

L’ESPERIENZA STATUNITENSE A partire dal passaggio (graduale) dal tradizionale sistema commissionale alle sole fee di consulenza portando “a parcelle orarie che oscilleranno tra le 150 e le 400 sterline per ottenere consulenza finanziaria”, come ha spiegato Trabattoni. La richiesta di standard qualitativi-formativi assai elevati ha prodotto una selezione tra gli Ifa, gli Indipendent finanzi al Advisor, passati dai 200mila nel 1987, ai 40mila e 500 di gennaio 2013, ridottisi ancora 32mila attuali. “Questa selezione ha aspetti positivi, come una maggiore preparazione degli Ifa, e negativi. Molti risparmiatori, per esempio, sono state abbandonati dai consulenti e si trovano costrette a utilizzare piattaforme execution only che stanno proliferando nel Regno Unito e che meriterebbero una maggiore attenzione da parte delle autorità di vigilanza”, ha osservato Trabattoni. Infine, Lorenzo Alfieri, country head Italy di Jp Morgan Asset Management si è soffermato sull’esperienza statunitense evidenziando il ruolo crescente che stanno assumendo i RIA, i Registred Investment Advisor a scapito dei broker. Con i primi il cui fatturato cresce del 3% annuo e  con i broker che invece perdono il 17% annuo del fatturato. “I RIA sono oggi 11.700 e sono sottoposti a un controllo molto attento da parte della Sec”. Si tratta di professionisti, il cui sistema di compensantion premia la crescita del portafoglio.

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