La voluntary disclosure senza la voluntary disclosure

VOLUNTARY DISCLOSURE – Con 164 voti a favore, 1 voto contrario e 33 astenuti l’assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il ddl di conversione del decreto legge noto come “per il rientro dei capitali”. Anche se in effetti il rientro di capitali non c’è affatto, giacchè la Camera ha soppresso le norme relative alla voluntary disclosure per farle con fluire in un provvedimento specifico. Ci sono invece altre misure, a partire dalla conferma dell’applicazione della tassa di concessione governativa ai contratti di abbonamenti per la telefonia cellulare. Come detto, sostiene quifinanza.it è uscita dal decreto la voce più importante, tanto da dargli il nome; la voluntary disclosure, ossia la procedura di collaborazione volontaria finalizzata a consentire l’emersione di capitali e investimenti non dichiarati detenuti all’estero ed il loro eventuale rientro in Italia, verrà inserita in un prossimo provvedimento ad hoc. Sono ovviamente fatti salvi gli atti ed i provvedimenti adottati, gli effetti ed i rapporti giuridici sorti nel breve periodo di vita della procedura volontaria di “ufficializzazione” dei capitali esteri.

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