Usura bancaria, rinviato al 3 luglio il processo a Matteo Arpe & Co.

PROCESSO RINVIATO – È stato rinviato di tre mesi, al prossimo 3 luglio 2014, il processo che vede imputati Matteo Arpe (ex amministratore delegato di Capitalia), Alessandro Maria Piozzi (ex direttore generale Banca Popolare di Puglia e Basilicata), Pietro Celestino Locati (nel consiglio amministrazione Cofiri), Vincenzo Tagliaferro (direttore generale Banca di San Marino), Roberto Marini (consulente indipendente presso Poste Italiane,UniCredit Vita, Cassa Risparmio di Firenze), accusati di usura bancaria ai danni del gruppo De Masi. Il processo sarebbe dovuto partire il 3 aprile a Reggio Calabria. Lo ha riferito a BLUERATING una fonte vicina allo studio legale Saccomanno, che segue De Masi, precisando che il rinvio è dovuto alla mancata notifica degli atti a un imputato. Intanto, precisa la fonte, hanno preannunciato la costituzione di parte civile la Provincia di Reggio Calabria, i comuni di Gioia Tauro e Rosarno, Confindustria e diverse associazioni.

IL COMMENTO DEI LEGALI DEL GRUPPO DE MASI – In ogni caso il procedimento, che nasce dal primo processo tenutosi nel Tribunale di  Palmi, è “una vittoria di legalità che premia gli sforzi che i signori De Masi portano avanti, da non pochi anni, con coraggio e determinazione. Una battaglia giudiziaria difficilissima, con avversari che possono ritenersi esponenti importanti di vero potere”, ha commentato gli avvocati del gruppo, Antonio Mazzone e Giacomo Saccomanno. L’accusatore, l’imprenditore antimafia, Antonino De Masi, ha inviato pochi giorni fa una lettera a Banca centrale europea, Bankitalia, Consob, Presidente Consiglio dei Ministri, vari ministri e diverse altre Autorità, chiedendo loro di “valutare,anche se credo dovrebbe essere un atto dovuto, la costituzione di parte civile in questo procedimento”.

LA PRECISAZIONE DEI LEGALI DI ARPE
– “Il dott. Arpe è stato rinviato a giudizio per una relazione creditizia di durata pluriennale della Filiale di Reggio Calabria di Banca di Roma a partire dal 1998 e fino al 2002. Si ricorda che in tale quinquennio il dott. Arpe ha lavorato presso tutt’altre aziende di credito e solo negli ultimi 44 giorni di detto periodo è stato nominato Direttore Generale di Banca di Roma”, fanno sapere i legali che difendono il manager che ha creato Sator. “In tali settimane, peraltro, non risulta alcun tasso o commissione usuraia. Il pubblico ministero di Palmi, da cui il procedimento proviene per competenza, aveva già chiesto il proscioglimento per evidenti ragioni di buon senso”.

Qui sotto il documento sfogliabile del decreto di rinvio a giudizio.

 

Qui la lettera di De Masi.

 

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