MENO CASSA, PIU’ CONSULENZA – La trasformazione del sistema bancario passa per un vertiginoso calo degli sportelli, complici la crisi da un lato e lo spostamento delle transazioni dalla filiale fisica ai siti internet dall’altro. Secondo recenti dali elaborati dalla Banca d’Italia su circa 600 banche fra spa, popolari e banche di credito cooperativo, dal 2007 ad oggi sono state chiuse circa 800 filiali: analizzando i bollettini statistici di Via Nazionale, emerge che dai 32.800 sportelli esistenti in Italia alla fine del 2007, si è arrivati a quota 31.761 a fine 2013.
1.500 SPORTELLI IN MENO NEI PROSSIMI ANNI – E, secondo quanto emerge dall’analisi dei piani industriali approvati di recente dalle maggiori banche del Belpaese, nei prossimi anni è prevista la chiusura di altri 1.500 sportelli, con una riduzione dei servizi di cassa e una decisa virata verso la consulenza. Nel dettaglio, Intesa Sanpaolo ha annunciato l’intenzione di passare, entro il 2017, dagli attuali 4.100 a 3.300 sportelli (erano 6.100 nel 2007), mentre UniCredit intende tagliare 500 sportelli da qui al 2018 (ad oggi sono 4.100) e Mps 200 dagli attuali 2.300.
ITALIA VS EUROPA – Una tendenza che dovrebbe portare il sistema bancario italiano a riallinearsi con la media europea, da cui negli ultimi anni si era progressivamente discostato: come segnala una recente ricerca di Kpmg intitolata “Sportelli bancari e nuovi modelli distributivi”, se nel 1999 il numero di sportelli per 100.000 abitanti nel nostro Paese era sostanzialmente nella media europea (circa 47 unità), nel 2010 il dato italiano si attestava a 55,5 sportelli, mentre quello europeo si fermava a 41,2. Il trend di crescita nel Belpaese si è invertito solo a partire dal 2009, ma con tassi di riduzione inizialmente molto bassi, che solo adesso stanno aumentando. Attualmente, segnala ancora Kpmg, la quota più elevata di sportelli per abitante si rileva nei paesi mediterranei: Spagna, Francia, Portogallo e Italia.