Il promotore diventa consulente: “un fatto importante e positivo”

UNA SVOLTA STORICA ANCHE PER IL SINDACATO – Il decreto legge competitività varato dal governo porta una rilevante novità per alcuni versi storica – e non solo nel termine lessicale – per il mondo della promozione e della consulenza finanziaria in Italia. I promotori finanziari, figura introdotta nell’ordinamento giuridico con la legge 1/91 istitutiva delle sim, cambiano nome e saranno ora chiamati a livello istituzionale “consulenti finanziari”. Mauro Rufini, responsabile nazionale promotori finanziari della Felsa Cisl, commenta così: “dopo un periodo – quasi interminabile – di rinvii e dibattiti, a partire dal novembre 2007 con l’entrata in vigore della prima Mifid, il governo, di concerto con il ministero dell’Economia, sta per chiudere l’annosa questione dei due Albi separati e della mancanza delle funzioni di vigilanza all’interno dell’Organismo per la tenuta dell’Albo dei promotori finanziari (Apf), inserendo le modifiche necessarie”.

UN FATTO “IMPORTANTE E POSITIVO” – “Dopo che Assoreti aveva già modificato nel corso dell’assemblea 2014 lo statuto e la sua denominazione in Associazione delle società per la consulenza agli investimenti (qui la notizia), anche Ascosim fa altrettanto con una nuova denominazione in Associazione delle società di consulenza finanziaria e include le scf oltre alle sim (qui la notizia). Le società di consulenza finanziaria avranno presto quindi il loro registro all’interno del futuro Albo unico della consulenza. Si tratta di un fatto importante e positivo, da noi auspicato da tempo, che colma un ritardo per alcuni versi divenuto imbarazzante e non giustificabile. Il vuoto di questi anni ha poi generato una tensione applicativa e interpretativa a prescindere dal contenuto e degli effetti. Un problema di oggetto – la consulenza – e di soggetti abilitati”.

PROMOTORI E CONSULENTI – “Ma non è più solo un problema di nomi, le leggi che regolano il settore hanno sempre risentito dei diversi contesti e dei momenti storici in cui si sono sviluppate delineando le differenze e i tratti in comune. La separazione delle attività di promozione e consulenza non teneva più conto di quanto nei fatti è emerso in questi anni: i tanti professionisti”, continua Rufini, “che oltre a collocare i prodotti hanno fornito e forniscono una consulenza finanziaria a 360 gradi“. Tirando le somme, per Rufini si tratta di “cambiamenti non solo formali, che si spera diano finalmente l’avvio a una nuova stagione per lo sviluppo e il futuro della consulenza finanziaria in Italia. Il perfezionamento delle norme dovrà tener conto e tutelare realmente tutti gli attori e le forze in campo, ridurre ed eliminare ogni conflitto di interessi, garantire la tutela dei risparmiatori, il ruolo e il protagonismo diretto della categoria al giusto ruolo che le compete”.

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