Tassazione sulle rendite finanziarie, ecco cosa cambia da domani

TASSAZIONE AL 26% DAL 1° LUGLIO – E’ scattato il conto alla rovescia per l’entrata in vigore delle nuove aliquote per la tassazione delle rendite finanziarie. A partire da domani, martedì primo luglio, il prelievo fiscale sulle rendite salirà dal 20% al 26% e sarà calcolato sugli interessi e altri proventi di conti correnti, depositi bancari e postali. Restano fuori i titoli di Stato, la cui tassazione permarrà al 12,5%. Ecco nel dettaglio che cosa cambierà, come ha spiegato l’Agenzia delle Entrate nella Circolare n. 19/E.

CONTI CORRENTI, DEPOSITI BANCARI E POSTALI, OBBLIGAZIONI – L’aliquota di tassazione  passa dal 20% al 26% sugli interessi e altri proven ti di conti correnti, depositi bancari e  postali, maturati dal 1° luglio 2014. La nuova misura è valida anche per i redditi  derivanti da obbligazioni, titoli simili e cambiali finanziarie e sugli interessi, premi e altri proventi derivanti dalle obbligazioni maturati a partire dal 1°  luglio 2014, indipendentemente dalla data di emissione dei titoli.

REDDITI FINANZIARI -  Da domani, l’aliquota di tassazione passa al 26%  anche per i redditi diversi di natura finanziaria. Al fine di evitare che l’aumento dell’aliquota inci da sui redditi maturati  antecedentemente al 1° luglio 2014, è prevista la possibilità di affrancare il costo o il  valore di acquisto delle attività finanziarie possedute al 30 giugno 2014, con il  versamento di un’imposta sostitutiva del 20% sulle  plusvalenze latenti. 

LE DEROGHE -  Rimane confermata l’aliquota del 12,5% per i titoli pubblici italiani (come  titoli del debito pubblico, Boc, Bor, Bop, buoni fruttiferi postali emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti) e titoli equiparati, emessi da organismi internazionali, nonché per le  obbligazioni emesse da Stati esteri  white list e da loro enti territoriali. Per questi ultimi,  l’aliquota di tassazione passa dal 20% al 12,5%, con riferimento agli interessi e ad altri  proventi maturati a partire dal 1° luglio 2014 e alle plusvalenze derivanti dalla loro  cessione o rimborso realizzate dalla stessa data. 

IL COMMENTO – “La gestione del cambiamento di aliquota”, ha osservato Olivia Zonca, responsabile dell’area fiscalità finanziaria di Bnp Paribas Securities Services, “è questione estremamente complessa e i back office delle banche stanno lavorando a pieno ritmo per rispettare il change over  del 1° luglio. Oltre ad adeguare le procedure, occorre informare la clientela circa la possibilità di affrancare i capital gain maturati sugli strumenti finanziari detenuti su un certo conto titoli  alla data del 30 giugno. In questo caso il contribuente può scegliere  di assicurarsi  la tassazione al 20% pagando, senza vendere i titoli, un’imposta sostitutiva sulla plusvalenza latente ai valori di borsa del 30 giugno, con l’effetto che solo i proventi realizzati dopo tale data saranno tassati al 26%”. Occorre dunque che ogni situazione sia attentamente vagliata, perché le variabili da considerare sono tante. Ad esempio, continua Zonca, “potrebbero essere presenti eventuali minusvalenze non ancora utilizzate sul proprio dossier titoli, che possono quindi essere spese per ridurre il valore della plusvalenza latente da tassare al 20%, eventualmente richiedendo questa informazione alla propria banca.  Il cliente deve però anche considerare che per essere effettiva, la procedura di affrancamento prevede la messa a disposizione dell’intermediario della provvista per versare le imposte sulle plusvalenze latenti”. Sul fronte degli intermediari, Zonca segnala la difficoltà di gestire un regime transitorio complesso, in particolare con riguardo alla speciale procedura di cambiamento di aliquota per le quote dei fondi comuni di investimento, per il quali opera di fatto una sorta di “affrancamento automatico”: i plusvalori maturati al 30 giugno continueranno ad essere tassati al 20% anche se realizzati dopo tale data.

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