Assoreti: ora i consulenti operano “abusivamente”

L’ALLARME DI ASSORETI – L’Albo Unico non è ancora partito (qui la notizia), mentre l’ultima proroga per l’esercizio provvisorio dell’attività di consulente finanziario è scaduta. Il risultato? Tutti i soggetti che erano stati transitoriamente legittimati a operare come consulenti finanziari dopo il 31 ottobre 2007 rischiano ora, in assenza di una sanatoria ex post, di dover rispondere di prestazione abusiva del servizio, una fattispecie penalmente sanzionata ai sensi dell’art. 166 del TUF. A lanciare l’allarme è Assoreti, che in una circolare firmata dal segretario generale Marco Tofanelli e visionata da BLUERATING, chiede al il legislatore italiano di approvare quanto prima la normativa di disciplina per garantire efficienza e competitività a tutela degli investitori e per l’integrità del mercato.

LE TAPPE DELLA VICENDA – Ma come si è arrivati a questa situazione? A ripercorrere le tappe della vicenda è la stessa associazione delle società per la consulenza agli investimenti, presieduta da Matteo Colafrancesco: nel 2007, il decreto legislativo di recepimento della direttiva Mifid (164/2007) ha previsto la possibilità, per i soggetti che esercitavano l’attività di consulenza in materia di investimenti al 31 ottobre 2007, di continuare a svolgerla fino a un termine più volte prorogato. L’ultima proroga era stata ridotta dal 31 dicembre 2014 al 30 giugno 2014 proprio in vista dell’imminente avvio dell’Albo dei consulenti finanziari, che avrebbe consentito una più organica regolamentazione del settore. In realtà, la normativa sulla nuova “Casa della consulenza”, che avrebbe dovuto essere contenuta nell’ultimo decreto legge “competitività” (91 del 24 giugno 2014), è sparito dal testo del decreto all’ultimo momento per ragioni ignote, spiega ancora Assoreti. Di conseguenza, il termine del 30 giugno 2014 è scaduto in assenza di una disciplina e senza a tutt’oggi la previsione dell’ennesima proroga: dal primo luglio dunque, i consulenti finanziari dovrebbero aver cessato l’esercizio dell’attività per non incorrere nelle sanzioni previste.

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