Perché l’operazione Banca Generali-Credit Suisse conviene a entrambi

CREDIT SUISSE VOLEVA SOLO I CLIENTI TOP – Come spiega a BLUERATING una fonte che intende rimanere anonima, l’operazione tra Credit Suisse e Banca Generali (vai qui per i dettagli) è convenuta a tutti e due. “Credit Suisse ha deciso di puntare solo sulla fascia alta da un milione guardando solo alla clientela più alta con circa 20 promotori di alto livello pagati a commissioni e 60 banker dipendenti su un totale iniziale di circa 160”, spiega la fonte interpellata da BLUERATING, mentre “Banca Generali (l’ a.d. è Piermario Motta, foto a sinistra) è riuscita ad alzare la media dei suoi professionisti acquistando altri 60 intermediari di rango”, spiega. Per dovere di cronaca è giusto far notare che comunque anche Banca Generali ha banker di altissimo livello come quelli in forza a Credit Suisse.

VIA TRE HUB, PADOVA, TORINO, GENOVA – “Per Credit Suisse l’operazione è stata di rilievo perché ha dato eco al gruppo elevetico che ha ceduto due miliardi su un totale di circa 20, come ha spiegato Giorgio Riccucci (nella foto a destra), il responsabile italiano del private. “Certo”, spiega la nostra fonte, “ora Credit Suisse perderà gli hub di Padova, Torino e Genova e rimarrà con quelli più rilevanti di Milano, Roma, Parma, Brescia e Firenze”. Va detto comunque che Credit Suisse intende riaprire quelle che sono filiali che non erano ancora elevate a rango di hub. “Ma del resto che questa operazione fosse nell’aria si intuiva, già da tempo il gruppo elvetico aveva deciso di investire solo sulla fascia alta. Molti uffici di promozione che prima venivano sovvenzionati da Credit Suisse da due anni erano intestati direttamente ai professionisti che hanno dovuto iniziare a pagarne le spese e che ora sono finiti in parte in Banca Generali”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!