RIVOLUZIONE IN ARRIVO – Sotto il sole e in riva al mare ci godiamo il meritato riposo, ma tra Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi si ragiona e si lavora – non senza qualche intoppo – sul testo che è destinato a rivoluzionare l’Albo dei promotori finanziari. Secondo le anticipazioni, dopo 50 anni di attività finalmente i promotori potranno chiamarsi “consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede”. Un nome talmente lungo che finirà per comprimersi in “consulenti finanziari”. E se lo meritano: se parole come “benchmark”, “asset allocation”, “multibrand” sono diventate correnti, lo si deve al loro lavoro. Oggi sono in 32.800 a seguire oltre 3,5 milioni di famiglie con una posizione media di circa 124.000 euro cadauna. Il futuro sarà certamente brillante anche perché il lavoro avviato è oramai percepito e accettato socialmente come utile e la vecchia definizione di “venditori porta a porta” definitivamente abbandonata.
CHI SI STA GIA’ MUOVENDO – In questo contesto di evoluzione del rapporto con i risparmiatori, le banche si stanno muovendo e per prima UniCredit, la più grande in Italia con oltre 10 milioni di clienti, ha annunciato una profonda rivoluzione. Dal prossimo 3 novembre verranno riorganizzate le agenzie: rese più flessibili negli orari, con un numero limitato di cassieri e con un’offerta allargata. Con il progetto Open, la banca offrirà servizi nell’intermediazione immobiliare e nella vendita di polizze Rc auto e di beni di consumo: dai telefonini Samsung ai prodotti Apple e – per tenersi in forma – anche le attrezzature Technogym. Qual è il futuro dei 309.000 dipendenti bancari? Cassieri, commessi, assistenti sociali? I sindacati sono già scesi in campo per “trasformare gli sportelli in centri di consulenza dedicati all’attività ad alto valore aggiunto”. Di certo è destinata a sparire la tradizionale figura del cassiere, ma da qui a trasformarli in consulenti finanziari la strada è lunga.