Sempre più promotori e meno bancari

DA BANCARI A PROMOTORI – Sono sempre di più le banche che stanno spingendo i propri dipendenti verso l’iscrizione all’Albo dei promotori finanziari in modo tale da poter proporre i loro servizi anche fuori sede, a diretto contatto con il cliente finale, e per sfruttare la riduzione dei costi che ne consegue. Un fenomeno che, complice il rinnovo del Ccnl dei bancari e la prospettiva dell’Albo Unico della consulenza finanziaria – che stenta, però, a partire – sta radicalmente cambiando il settore e il modo di fare consulenza. Cambiamenti che sollevano degli interrogativi importanti sul futuro della professione. Un ruolo decisivo verrà giocato anche dall’istituzione dell’Albo unico della consulenza finanziaria che, tra ritardi e rinvii, non è ancora stato avviato. Si tratta di una novità considerevole che introdurrà cambiamenti sostanziali per la professione, non da ultima la definizione di tutti i professionisti del settore che verranno accomunati dal “titolo” di consulenti finanziari. Fondamentale sarà anche garantire un ricambio generazionale che faccia accedere alla professione nuove leve, per questo è importante istituire efficaci forme di tirocinio e praticantato che coinvolgano i giovani. Inevitabilmente le aziende dovranno rivedere la propria posizione nei confronti dei promotori finanziari, considerati sempre più spesso come imprenditori che devono assumersi personalmente il rischio d’impresa, incorrendo anche nel fallimento. Il massiccio ingresso nella professione dei bancari, che manterranno la propria condizione di dipendenti, porterà sicuramente a un utile confronto finalizzato a dare stabilità a quei professionisti del settore che al momento non hanno garanzie.

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