Fondi Ddr, la Germania mette nel mirino Julius Baer

OBIETTIVO FONDI – Una caccia al tesoro lunga decenni nata all’ombra del muro di Berlino. I dirigenti comunisti hanno portato ingenti ricchezze al riparo delle Alpi, poco prima della caduta del muro di Berlino. Soldi che mancherebbero ancora e così un’agenzia federale,  Bvs, ha presentato una denuncia contro la banca svizzera Julius Baer. Obiettivo: recuperare 135 milioni di euro di fondi dell’ex Germania Est scomparsi dopo la riunificazione che sarebbero oggi nelle casse dell’istituto.

ALL’OMBRA DEL MURO
– All’origine di questo giro vorticoso di quattrini, come racconta il quotidiano Le Temps di Ginevra, c’era una donna, Rudolfine Steindling, soprannominata Fini la Rossa, per la sua fede comunista, morta nel 2012 a Tel Aviv. Da una società austriaca, la Novum, creata dai notabili della Ddr, la donna ha gestito, per diverso tempo, le ingenti somme che le giungevano da quella parte della Germania facente parte dell’orbita sovietica.

IL PERCORSO DEI SOLDI
– Questa la replica della banca elvetica: “Respingiamo le accuse e ci siamo già cautelati per difendere i nostri interessi”. In realtà pare che quei 135 milioni di euro si trovassero, inizialmente, in un altro istituto di credito, la banca Cantrade, facente parte del colosso Ubs, che Julius Baer acquistò nel 2005. Scrive Repubblica.it che è tuttavia verosimile che, come già è avvenuto in passato, la giustizia svizzera finisca per dare ragioni ai tedeschi. I quali, nel 2012, riuscirono a recuperare 254 milioni di euro finiti nella filiale elvetica della Bank Austria.

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