Assonova, parla il presidente Amadori: basta scontri, ci vuole dialogo

PAROLA D’ORDINE, DIALOGO – Un dialogo a tutto campo con le altre associazioni, Anasf compresa. Sono lontani i tempi delle asperità (qui la notizia): Assonova farà leva invece sul dialogo, sulla cooperazione e sull’inclusione. Lo mette bene in chiaro Alessio Amadori (nella foto), neoeletto presidente dell’associazione (vai qui per la notizia). La quale appare rinnovata sotto diversi aspetti: un nuovo logo, un nuovo statuto, un nuovo sito web. Proprio sulle pagine online si legge che Assonova, fondata nel 2007, “rappresenta gli agenti, i mandatari e i dipendenti bancari iscritti all’Albo dei promotori finanziari”. Si confronta con la Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, ma tiene a precisare che ne è autonoma: ci si può associare senza iscriversi al sindacato. Amadori resterà in carica per i prossimi quattro anni. BLUERATING gli chiede qualche chiarimento sul suo programma.

La parola d’ordine, quindi, è “dialogo”.
Non abbiamo alcun tipo di preclusione, crediamo che sia arrivato il momento di serrare le fila, visti gli scenari che si profilano all’orizzonte per tutto il settore della finanza. È un momento cruciale, quindi il dialogo deve essere aperto e deve convogliare tutte le energie disponibili in un percorso di sostegno alla cooperazione e in un’ottica di reciproco riconoscimento. Questo è il senso del confronto che ci apprestiamo ad avviare con le forze sociali.

Uno dei punti sui quali il suo programma fa leva è la negoziazione, in riferimento al contratto dei promotori finanziari. Come mai avete individuato questo tema?
È un tema che esiste da sempre, un tema forte, importante. La categoria ha bisogno di un quadro di regole più e meglio definito e non possiamo perdere l’occasione che questo momento storico ci offre. Riteniamo che il contributo che possiamo dare, come associazione di categoria dedicata, sia assolutamente necessario e importante, quindi vogliamo sederci al tavolo e dialogare a tutto campo, senza fermarci all’ambito della promozione finanziaria ma estendendo il confronto alle altre forze che rappresentano categorie solo apparentemente distinte (qui i dettagli). In questo momento occorre “fare rete”, come si dice, e noi siamo qui pronti a giocare il nostro ruolo.

Le vecchie tensioni con Anasf sono dunque archiviate?

Non ho direttamente partecipato a quella fase, che conosco. Credo che, come dichiarazione programmatica, la massima apertura al dialogo sia sufficiente a delineare l’approccio. Credo, lo ripeto, che sia arrivato il momento di dialogare, prescindendo da chiusure e da irrigidimenti. Massima apertura al dialogo nell’interesse del settore e di chi in questo settore quotidianamente lavora, perché noi abbiamo una responsabilità non solo nei confronti delle istituzioni ma anche verso i lavoratori.

Quale contributo vi proponete di dare all’Albo unico, nel momento in cui decollerà la norma che di fatto lo istituirà?

Non abbiamo partecipato all’impianto dell’Apf, niente ci impedirà – voglio sperare – di dare il nostro contributo, per quanto di competenza, ai lavori di un eventuale Albo unico della consulenza. Avendo lavorato all’estero, ho acquisito una formazione e un’esperienza improntate sulla cooperazione. Credo che con la ragionevolezza, con il dialogo e con il reciproco rispetto possiamo fare molta strada dando ciascuno il contributo che può dare. Oltretutto, avendo come sindacato di riferimento la Fabi, il supporto che possiamo dare in termini di energie e di competenze è più vasto di quello che Assonova può offrire: ci inquadriamo in un contesto di dialogo che può tenere conto anche del mondo delle banche. Dialogo a tutto campo, sviluppo di consapevolezze, valore e valori. Queste, volendo riassumere programmaticamente il mio mandato, saranno le mie linee guida.

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