Banche popolari, si torna a parlare di aggregazioni

AGGREGAZIONI TRA LE POPOLARI – Torna a conquistarsi uno spazio in primo piano il “risiko” fra le banche popolari italiane. È questa l’analisi dell’agenzia di stampa Teleborsa sulla base di quanto è emerso dal congresso Uilca di Bergamo (qui la notizia precedente). Riflettori puntati in particolare sul Banco Popolare e sulla Popolare di Milano. Proprio l’amministratore delegato del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, ha auspicato un matrimonio con la Bpm. Secondo Saviotti, un’integrazione tra le due banche sarebbe “un sogno” (qui la notizia).

UBI BANCA POLO AGGREGANTE DAL 2015
– “Se dovessi scegliere, sceglierei Banca Popolare di Milano perché le sinergie che hanno queste due banche sono eccezionali, ma è un esercizio teorico. Penso che non è un cosa che potrà mai capitare”, ha aggiunto Saviotti consapevole però che una unione tra i due istituti è impossibile da realizzare. Dal canto suo, l’a.d. di Piazza Meda Giuseppe Castagna ha fatto sapere che, se dovesse esserci una fase di aggregazioni, la popolare farà la sua parte. Sul risiko bancario, il ceo di Ubi Banca Victor Massiah si è offerto come polo aggregatore ventilando la possibilità che la popolare lombarda possa essere un potenziale regista di eventuali fusioni. “Se dopo l’esame della Banca centrale europea (il responso dell’Asset quality review è atteso per la fine di ottobre, n.d.r.) non ci saranno sorprese per Ubi Banca, allora l’istituto potrebbe ambire a polo aggregante del settore già dal 2015″.

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