Amadori (Assonova): la quotazione dei fondi è in linea con la nuova Mifid

QUOTAZIONE DEI FONDI – “Ritengo che tutto il piano, assai articolato, sia preordinato alla riforma complessiva del settore, uno dei cui risultati potrebbe essere proprio l’Albo unico, con i professionisti della finanza e degli investimenti che andranno a operare sulla base di mandati globali di consulenza regolati ‘a parcella’, ovvero il pagamento di una consulenza generalizzata che prescinda da dove l’investitore detiene effettivamente i suoi risparmi. Al contempo, si vogliono eliminare le commissioni di sottoscrizione/uscita dei/dai fondi e, in particolare, quelle implicite di performance, che molte case applicano in verità in modo eccessivo”. Così Alessio Amadori, presidente di Assonova e coordinatore dei promotori finanziari presso Fabi, sullo sbarco – ormai prossimo, pare – dei fondi comuni d’investimento in Borsa.

I tradizionali fondi comuni aperti saranno quotati a Piazza Affari: cosa cambierà per i canali distributivi?

La quotazione va certamente nel senso della nuova Mifid: maggiore trasparenza ed efficienza, minori costi e maggiore tutela per il risparmiatore. Sicuramente nasceranno maggiori vincoli per i promotori in termini di sollecitazione al risparmio, soprattutto quando la raccomandazione personalizzata dovesse riguardare la vendita di fondi della casa per la quale lavora il promotore. Per inciso, va detto che già oggi non è consentito, anche se a monte c’è un contratto di consulenza, “consigliare” un titolo azionario.

Quali rischi e opportunità per l’investitore in fondi “fai-da-te”?
Secondo me già oggi non è possibile il fai-da-te: il mondo si è globalizzato, le informazioni girano velocemente e gli scenari – si pensi a queste ultime settimane, sia in tema di politica interna che internazionale – mutano radicalmente e velocissimamente. Il rischio del fai-da-te è quello di farsi veramente male, soprattutto se si tenta di fare speculazione pura. Inoltre sono scomparse le rendite di posizione a rischio contenuto. Pertanto, mai come in questo contesto storico c’è una interrelazione stretta tra rischio assunto e rendimento.

Non aumenterà il bisogno di consulenza specializzata?

Sicuramente sì. Uno scenario plausibile per un futuro che è già in mezzo a noi, vista anche la progressione della multicanalità, l’avanzare delle giovani generazioni “native digitali”, la tendenza crescente a girare il mondo, potrebbe includere la condivisione delle scelte finanziarie con il consulente – il quale orienta il cliente secondo le sue finalità, è il “navigatore” che evita di prendere strade sbagliate per carenza di informazione e consapevolezza ed è remunerato per la sua consulenza in base a un contratto annuale “fee only” – e sviluppo dell’autogestione del cliente nel processo compravendita/investimento/disinvestimento – grazie a piattaforme tecnologiche sempre più evolute, veloci, compatibili con cellulari e tablet, dotate di firme/impronte digitali appropriate – con notevole contenimento dei costi di gestione, già ora abbondantemente più bassi di quelli di un normale rapporto “cartaceo” con banca o sim.


Non perdere lo speciale “fondi quotati” sul prossimo numero del mensile Bluerating.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!