Anasf sulla Legge di Stabilità: perplessità su pressione fiscale e tfr

TFR – Anasf ha indirizzato alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera le proprie osservazioni su alcuni provvedimenti previsti dal disegno di legge di stabilità 2015, come tfr e pressione fiscale (sotto il documento in versione integrale). In particolare, secondo l’Associazione nazionale promotori finanziari, l’anticipazione del tfr in busta paga “rischia di trasmettere ai cittadini un segnale contraddittorio rispetto alla necessità di una corretta pianificazione delle proprie decisioni di risparmio e di investimento”. Anasf, scrive il presidente Maurizio Bufi (nella foto), “riconosce che, a fronte della persistente situazione di crisi che caratterizza l’economia italiana, la norma vorrebbe facilitare la ripresa dei consumi introducendo una forma di integrazione della retribuzione lavorativa”. Tuttavia, l’associazione ritiene che la misura del tfr in busta paga “non solo generi un nuovo problema  – disincentivando il  risparmio previdenziale – ma non rappresenti nemmeno una soluzione pienamente efficace all’esigenza di rilancio dei consumi”. In conclusione, Anasf reputa necessario “valutare l’opportunità di interventi di politica sociale specificamente rivolti alle categorie di consumatori maggiormente colpite dalla crisi”, come “i lavoratori del cosiddetto parasubordinato e i pensionati” .

PRESSIONE FISCALE – In merito al previsto aumento della pressione fiscale sui fondi pensione e sulle casse di previdenza private invece, Anasf è convinta che le esigenze legate al rilancio dell’economia nazionale non possano tradursi nel sacrificio del risparmio creato dai lavoratori. L’aumento della tassazione sui fondi pensione infatti, segnala ancora Bufi, “rischia di generare una serie di conseguenze negative tanto nel breve periodo, perché scoraggia il risparmio previdenziale, quanto nel lungo periodo, perché comporterà necessariamente una riduzione delle pensioni complementari disponibili mensilmente. L’aumento del prelievo fiscale sui fondi pensione rappresenta inoltre una decisione di politica economica in netto contrasto con quanto accade in altri ordinamenti nazionali”.

CASSE DI RISPARMIO PRIVATE – Anasf richiama poi l’attenzione su un altro effetto del disegno di legge di stabilità 2015, relativo all’aumento dell’imposizione fiscale sulle casse di previdenza dei liberi professionisti. “Occorre ricordare che, quale misura compensativa, il decreto legge n. 66/201 4, come convertito dalla legge n. 89/2014, aveva provvisoriamente previsto un credito di imposta a favore delle casse professionali disciplinate dai decreti legislativi n. 509/1994 e n.  103/1996. L’attuale testo del disegno di legge di stabilità non riporta tuttavia alcuna disposizione atta a prorogare questo regime provvisorio, con la conseguenza per cui il generale incremento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20% al 26% riguarderà anche le casse di previdenza private. Rispetto alle criticità evidenziate, l’associazione “ritiene necessaria un’attenta riconsiderazione delle disposizioni del disegno di legge di stabilità 2015 relative al regime tributario  sia delle forme pensionistiche complementari che delle casse di previdenza private”.

PIANI IDIVIDUALI DI RISPARMIO
– Il d.d.l. stabilità, conclude Anasf, rappresenterebbe invece l’occasione per l’effettiva istituzione dei piani individuali di risparmio, quale nuova forma di risparmio che può efficacemente rispondere alle esigenze di rilancio dell’economia italiana. “Per incentivare la diffusione di queste nuove forme di investimento”, scrive ancora Bufi, “sarà inoltre opportuno valutare  la previsione di specifiche agevolazioni, quali ad esempio forme contrattuali particolarmente trasparenti, modalità flessibili di versamento delle somme investite e schemi di esenzione o agevolazione fiscale”.

 

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