Sospeso pf pronto a tutto per raggiungere i target di raccolta

“IL BUON RACCOLTO” – Avrebbe promosso un’iniziativa, non autorizzata dalla banca per la quale operava, finalizzata a reperire le risorse per il raggiungimento del personale obiettivo di raccolta netta gestita. Così Giuseppe Scapellato, ex di Banca Fideuram, è stato sospeso in via sanzionatoria per un mese dall’Albo unico dei promotori finanziari, come risulta dalla delibera Consob 19005. In particolare, secondo quanto dichiarato dal promotore in occasione di un incontro avvenuto il 5 febbraio 2013 presso l’ufficio promotori di Banca Fideuram di Firenze, l’iniziativa avviata – denominata “Progetto Fondazioni – Il buon raccolto” – era specificatamente indirizzata alle Fondazioni individuate dallo stesso promotore in un elenco, con la previsione che i donatori dell’ente che avesse aderito al progetto avrebbero potuto provare “gratuitamente per sei mesi la consulenza evoluta di un private banker di Banca Fideuram investendo per un periodo minimo di sei mesi le loro risorse in Banca Fideuram”.

LA PROPOSTA DEL PF – Secondo quanto risulta dalla documentazione acquisita, il promotore avrebbe inoltre offerto di esonerare i clienti dai costi di ingresso o di uscita sugli investimenti, prevedendo allo stesso tempo l’obbligo di devolvere parte dell’investimento – variabile in base all’ammontare sottoscritto – alla Fondazione aderente. In base a quanto accertato da Banca Fideuram e confermato da Scapellato, questa proposta sarebbe stata inviata via mail a circa 50 Fondazioni. Infine, secondo quanto dichiarato formalmente dal promotore e confermato dalle risultanze di Banca Fideuram, il progetto di cui sopra “non ha prodotto alcun contatto utile alla sottoscrizione di investimenti in Banca Fideuram”, né tale operatività sarebbe stata estesa ad altri clienti assegnati a Scapellato.

SOSPENSIONE SANZIONATORIA – Il 14 marzo 2013, Banca Fideuram ha risolto il contratto di agenzia in essere con Scapellato. Dal canto suo, effettuate tutte le verifiche del caso, la Consob ha concluso che esiste l’evidenza dell’iniziativa in questione promossa dal promotore con l’intento di allargare il suo portafoglio clienti, “in funzione dell’obiettivo di raccolta personale richiesto dalla banca e dell’invio della proposta tramite mail a una pluralità di Fondazioni” senza l’autorizzazione della banca stessa. Lo stesso promotore, d’altronde, nella dichiarazione rilasciata il 5 febbraio 2013 in occasione dell’incontro con l’intermediario, ha ammesso la circostanza e dichiarato fra l’altro che le e-mail sono state inviate dal suo indirizzo di posta elettronica aziendale. Nell’ambito del procedimento sanzionatorio, insomma, il promotore ha reso “dichiarazioni con cui ha in sostanza confermato gli addebiti ascritti”. Da qui, la sospensione.

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