Trichet al Lugano Fund Forum: “La Bce ha lavorato bene per combattere la crisi”

IL BUON LAVORO DELLA BCE – Nel pieno della crisi, l’Eurozona ha trovato la spinta per “rafforzare il Patto di stabilità e di crescita con strumenti come il Semestre europeo, e il ‘fiscal compact’: “è molto, ma lo stato d’animo nelle principali economie sta cambiando” e si torna a chiedere più flessibilità sulle regole. A dirlo è Jean-Claude Trichet, presidente della Bce dal 2003 al 2011, al Lugano Fund Forum, spiegando che “prima della crisi si diceva che il Patto di stabilità era una camicia troppo stretta per gli Stati membri, poi si è capito nella crisi che proprio la violazione del Patto ne era una delle cause e ora appena ne siamo fuori, o pensiamo di esserne fuori, diciamo che non è più necessario”. Invece, “bisogna ragionare nel medio-lungo periodo – dice Trichet – ed è assolutamente essenziale rispettare le nuove regole rafforzate durante la crisi”.

LA PROPOSTA DI TRICHET SUI CONTI PUBBLICI – Ma l’ex numero uno della Bce si è espresso anche sul tema dei conti pubblici, molto caro all’Italia. Se un Paese dell’Eurozona “non concorda con le conclusioni e le raccomandazioni emesse da Commissione e Consiglio Ue” sull’andamento dei conti pubblici e sulla necessità di una maggiore flessibilità “dovrebbe avere il diritto di discutere la pertinenza delle richieste europee nel Parlamento Ue e di chiedere una sua decisione in merito'”. Trichet spiega che questo permetterebbe di “attivare una vera Federazione su eccezione” nel senso che questa procedura “sarebbe possibile solo in casi eccezionali quando ci sono problemi reali tra un singolo Paese e altri Stati membri che ritengono il suo comportamento dannoso per la propria stabilità finanziaria”. Inoltre, “si rispetterebbe in questo modo il principio di sussidiarietà, di legittimazione democratica e di efficacia”.

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