Nafop torna a chiedere un Albo dedicato ai soli consulenti indipendenti

UN ORGANISMO ESCLUSIVAMENTE DEDICATO AI CONSULENTI INDIPENDENTINafop torna a chiedere la creazione di un organismo esclusivamente dedicato ai consulenti finanziari indipendenti e alle società di consulenza finanziaria, come già evidenziato tre anni fa e già previsto dal Tuf agli art. 18 bis e ter. L’associazione ritiene infatti “inaccettabile” la rinuncia all’aggettivo “indipendente” nella denominazione della categoria professionale che rappresenta.

LA CASA DELLA CONSULENZA – L’ipotesi della “casa comune della consulenza”, che si era fatta strada negli ultimi tempi, era “certamente di una proposta non ideale, ma a determinate condizioni poteva consentire di raggiungere per tutti i consulenti, specialmente per chi ha iniziato a operare dopo il 31 ottobre 2007, un quadro normativo senza problemi operativi”, osserva Nafop. Alla prova dei fatti tuttavia, il testo contenente anche le richieste Nafop – in particolare l’essere soggetti a forme di controllo che tenessero conto della normativa sui requisiti di indipendenza, differenti da quelle previste per gli altri operatori – non è passato. “Le dichiarazioni di alcuni protagonisti della vicenda fanno intuire cosa non fosse gradito”, commenta l’associazione. Un ulteriore stop ritenuto da Nafop “molto grave” in quanto “danneggia le migliaia di famiglie che già oggi si rivolgono con soddisfazione alla consulenza fee only. Un blocco allo sviluppo della consulenza indipendente è dannoso soprattutto per i risparmiatori”.

TRE MACRO CATEGORIE PREVISTE DALLA MIFID 2
– Alla luce della Mifid 2, che dovrà essere recepita entro la fine del 2016, sul mercato esisteranno a regime tre macro categorie di operatori:
1 – i consulenti finanziari indipendenti e le società di consulenza indipendente fee only (senza rapporti con banche, intermediari o società prodotto e pagati esclusivamente dai clienti);
2 – gli agenti di servizi finanziari (attuali promotori finanziari) che collocheranno oltre ai prodotti anche la consulenza (modello fee & commission), ossia figure commerciali che vendono la consulenza della propria rete o banca, dipendenti o a provvigione, in base al fatturato che generano;
3 – i venditori che distribuiscono prodotti finanziari e assicurativi e per questo percepiscono una provvigione. 

UNA SITUAZIONE DISTORTA NEL MERCATO – In tale contesto, ribadisce Nafop, “rinunciare all’aggettivo “indipendente” e a una normativa attuativa che tuteli realmente questa caratteristica è inaccettabile, in quanto crediamo fortemente che debba essere chiaro ai risparmiatori il ruolo di ogni soggetto. Non basta che sia considerato indipendente solo il servizio di consulenza (indipendenza oggettiva), ma è lo stesso consulente che deve esserlo strutturalmente (indipendenza soggettiva), così come è appunto previsto dal requisito di indipendenza del decreto 206/2008”. Ad oggi, conclude l’associazione, “gli studi e le società di consulenza vivono in una situazione di oligopolio in quanto l’assenza di un “registro” ha bloccato lo sviluppo della categoria. Questo crea una situazione distorta del mercato che non permette a moltissimi risparmiatori di avvalersi di un consulente indipendente per carenza di offerta di consulenza”.

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