“FIAMMATA” DEL PRIVATE BANKING – La voluntary disclosure determinerà una “fiammata” nel private banking e sulle competenze richieste a ogni singolo professionista. Questa l’opinione di Angelo Deiana, presidente di Anpib, l’associazione nazionale dei private banker che ha deciso di fare, a partire dalla fine di febbraio 2015, un ciclo di incontri proprio sulla voluntary. Un “tour” che partirà da Roma e Milano e che poi probabilmente toccherà altre città, rivolto ai clienti e ai loro private banker. “Si registrerà un movimento interessante per le banche estere, perché questa potrebbe essere per loro l’occasione per costruire una rete private in Italia”.
EFFETTO VOLUNTARY DISCLOSURE – Dunque, cosa comporterà la voluntary disclosure per i private banker? “Ci sarà una fiammata nel mercato del private banking guidata soprattutto dagli operatori svizzeri, che si metteranno alla ricerca di professionisti in grado di gestire questi soldi e, prima ancora, di gestire un’operazione di rientro che non è così semplice, dal momento che lo stesso professionista deve assumersi precise responsabilità. Serviranno persone in grado di relazionarsi con il commercialista in maniera tecnica, quindi ci sarà bisogno anche di una ‘fiammata’ sulle competenze dei private banker”.
FOCALIZZAZIONE SULLE PRIVATE BANK – Non solo. Da parte dei clienti, “ci sarà una forte focalizzazione sulle private bank specializzate, perché è vero che le grandi banche fanno grandi rientri, ma è anche vero che paradossalmente ne fanno meno rispetto alla loro quota di mercato. E i motivi sono fondamentalmente due: uno, non sempre la grande banca ha una struttura specialistica di alto livello; due, il cliente in molti casi è un imprenditore, e come tale potrebbe non voler toccare gli equilibri costruiti in termini di finanziamenti con la banca di fiducia rivelando l’entità dei suoi capitali”. E in questo secondo caso, potrebbe scegliere di rivolgersi ad altre società. Specializzate.