Investment compact, al via il riassetto delle grandi banche popolari

NESSUN RIFERIMENTO ALL’ALBO UNICO – Un decreto legge molto asciutto, contenente soltanto le norme essenziali per incoraggiare gli investimenti in Italia. Così i ministri Delrio, Padoan e Guidi, insieme al presidente Matteo Renzi, hanno presentato l’Investment compact, approvato martedì 20 gennaio dal Consiglio dei ministri in meno di due ore. Nella conferenza stampa successiva alla riunione dell’esecutivo – inizialmente fissata alle 13.00, poi spostata alle 15.00 – non è stato fatto alcun riferimento alla riforma del settore della consulenza finanziaria (vai qui per la notizia precedente), né è stato mai citato l’Albo unico, atteso ormai da oltre un anno e mezzo.

AL VIA LA RIFORMA DELLE GRANDI POPOLARI – Finita dopo un paio di ore, la riunione del Cdm si è conclusa con il via libera all’Investment compact, che comprende anche un pacchetto di norme per il riassetto delle banche popolari. Stralciata, invece, la riforma del credito cooperativo. “Attraverso l’articolo 1 interveniamo sulle banche popolari con un patrimonio superiore agli 8 miliardi, sono 10 in Italia: in 18 mesi dovranno superare il voto capitario e diventare spa”. Così il presidente del Consiglio Renzi in conferenza stampa. Nel decreto sono previste, sempre sul fronte bancario, misure sulla portabilità dei conti correnti. “Il costo di chiusura del conto corrente è a carico della banca e deve essere fatto in tempi rapidi, compatibilmente con le tecnicità dell’operazione”, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

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