Ubi Banca, la Gdf perquisisce le sedi dell’istituto

PERQUISIZIONI IN CORSO – Guai giudiziari in arrivo per Ubi Banca. Il Nucleo speciale valutario della Guardia di Finanza ha avviato una nuova serie di perquisizioni nella sede della banca nell’ambito dell’inchiesta che vede da tempo indagati, fra gli altri, i top manager dell’istituto Victor Massiah, Franco Polotti e Andrea Moltrasio, e l’attuale presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters, citando una fonte a diretta conoscenza del dossier, le perquisizioni – in corso presso strutture riferibili alla banca a Milano, Bergamo e Brescia – riguardano il filone d’inchiesta aperto con l’ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza su presunti patti parasociali nell’iter che diede vita a Ubi.

NUOVI ADDEBITI
– La mossa degli inquirenti, scrive Repubblica.it, evidenzia anche nuovi addebiti verso i soggetti coinvolti: si parla nello specifico di ipotesi di reato illecita influenza sull’assemblea della banca del 2013, che decretò l’elezione del consiglio di sorveglianza nominando Andrea Moltrasio presidente e Mario Cera come vice. In quell’occasione, secondo l’accusa, sarebbero state raccolte illegalmente deleghe in bianco e anche deleghe con firme falsificate.

LA RIFORMA DELLE POPOLARI – L’ inchiesta si svolge in concomitanza con la riforma delle banche popolari appena approvata dal Governo (qui la notizia), che si incentra proprio sul meccanismo di votazione: la raccolta delle deleghe da parte di un socio si limiterebbe a un numero tra 10 e 20 e, soprattutto, si prevede l’abolizione del cosiddetto “voto capitario” (una testa, un voto) in favore della configurazione delle spa, in cui si vota in base alle quote di capitale detenute.

LE PERQUISIZIONI CONDOTTE A MAGGIO 2014 – Le Fiamme Gialle avevano già perquisito la sede di Ubi Banca a maggio dello scorso anno (qui la notizia), quando era emerso che Giovanni Bazoli era indagato dalla Procura di Bergamo nell’ambito di un’inchiesta sui vertici del quinto gruppo bancario italiano. La procura contestava al banchiere di aver influito, ostacolando la Banca d’Italia, nella nomina dei vertici dell’istituto nato dalla fusione della Banca Popolare di Bergamo e di Banca Lombarda. Tra le ipotesi, un patto occulto tra le due maggiori associazioni azioniste, una presieduta dallo stesso Bazoli, l’altra da Emilio Zanetti.

IL COMMENTO DI GIORGIO JANNONE – “Le odierne perquisizioni sono la diretta conseguenza dei miei esposti e delle mie denunce alla Banca d’Italia, alla Consob, alla Guardia di Finanza“, ha commentato in una nota Giorgio Jannone, presidente dell’Associazione azionisti Ubi Banca. “Le perquisizioni nelle sedi Ubi, quella del 14 maggio 2014, svolta da 170 finanzieri, e quella odierna, non meno importante, attesteranno in modo definitivo le mie ragioni e le responsabilità degli indagati. Le dimissioni dei vertici pro tempore Ubi sono, a questo punto, tanto urgenti quanto inevitabili, essendo venuto palesemente meno il richiesto requisito della onorabilità. I miei legali stanno già dedicandosi alla inevitabili azioni risarcitorie”, ha aggiunto Jannone.

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