Segreto bancario, allo studio un accordo anche con il Vaticano

L’ACCORDO CON IL VATICANO – Dopo l’accordo fiscale raggiunto con la Svizzera sul segreto bancario, giovedì anche il Liechtenstein, il piccolo principato tra Svizzera e Austria, firmerà un accordo di collaborazione fiscale con l’Italia. E all’orizzonte, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, sarebbe allo studio anche un’intesa con il Vaticano. Per poterne sapere di più bisognerà però aspettare lunedì prossimo 2 marzo, data ultima per eventuali accordi con il Vaticano. Se ci fosse un’intesa, per chi aderisse alla voluntary disclosure i termini di accertamento del fisco italiano si fermerebbero, così come prevede la legge, al 2009, senza risalire al 2005 e le sanzioni sarebbero alleggerite. Ancora non ci sono conferme in questo senso, ma rappresenterebbe un passo importante per l’Italia.

L’ACCORDO CON GLI USA – Già nel luglio del 2014, ricorda ancora il Corriere della Sera, il presidente uscente dello Ior, Ernst von Freyberg aveva annunciato che “i clienti dello Ior nel prossimo futuro dovranno tutti dimostrare di pagare le tasse nei Paesi d’origine, a cominciare dall’Italia. Lo Ior, insomma, non funzionerà più da paradiso fiscale”. E Intanto, alla fine di dicembre 2014 proprio il Vaticano ha sottoscritto l’accordo Fatca con gli Usa, una legge federale che obbliga i cittadini americani che vivono all’estero dei confini nazionali a dichiarare i conti esteri, richiedendo alle istituzioni finanziarie straniere di riferire all’Internal Revenue Service sui propri clienti statunitensi.

L’AUTODENUNCIA
– Accordi di questo tipo, secondo le stime di governo, dovranno dare spinta alla voluntary disclosure, ovvero la sanatoria per l’emersione dei fondi nascosti all’estero, circa 150-200 miliardi, attraverso l’autodenuncia dell’evasore in cambio di uno sconto sulle sanzioni amministrative e penali.

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