Banca Carige, via libera all’aumento e al piano industriale

AUMENTO DI CAPITALE – Sarà di 850 milioni di euro l’aumento di capitale di Banca Carige. Lo ha stabilito l’istituto ligure nel consiglio di amministrazione convocato giovedì 19 marzo per deliberare sul capital plan alla luce dell’esito negativo degli stress condotti dalla Banca centrale europea. Gli amministratori hanno innanzitutto esaminato la decisione della Bce in merito al requisito prudenziale specifico a livello consolidato di Banca Carige, che consiste in un Cet1 ratio dell’11,50% da raggiungere entro luglio 2015, sottolineando che tale Cet1 è destinato a migliorare di ulteriori 400 punti base, attestandosi al 12,7%, senza includere i benefici derivanti dalla vendita degli asset in via di dismissione e di cui al capital plan originariamente sottoposto alla Bce.

RICAPITALIZZAZIONE
– Il cda ha poi deliberato una ricapitalizzazione fino a 850 milioni, garantito da un consorzio diretto da Mediobanca, da sottoporre all’assemblea convocata il 23 aprile 2015 e un raggruppamento delle azioni ordinarie e di risparmio nel rapporto di una nuova azione, ordinaria o di risparmio, ogni 100 azioni, ordinarie o di risparmio, esistenti. Deliberata inoltre la proposta di aumento di capitale a pagamento per un controvalore massimo di 15,8 milioni, con esclusione del diritto di opzione, da liberare mediante conferimento delle partecipazioni di minoranza detenute dalla Fondazione de Mari Cassa di Risparmio di Savona e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara rispettivamente nelle partecipate Cassa di Risparmio di Savona e Cassa di Risparmio di Carrara. Tale operazione prevede che le azioni siano emesse a un prezzo unitario di 0,0699 euro.

VIA LIBERA AL PIANO INDUSTRIALE
– Sempre giovedì 19 marzo, il consiglio ha dato il via libera al piano industriale 2015-2019. I principali target economico-finanziari al 2019 sono Rote dell’8%, Cet1 ratio al 12%, cost income al 54,2%, margine di intermediazione a 1,1 miliardi e utile netto a 208 milioni. Nel piano è previsto anche il ricorso a operazioni straordinarie di cessione per circa 1-1,5 miliardi.

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