Istruzioni per l’uso, cosa succede a chi ricorre alla voluntary disclosure

CAUSE DI IMPUNIBILITA’ – La voluntary disclosure si sta delineando sotto molti aspetti come l’ultimo treno per gli italiani che detengono illecitamente capitali all’estero per regolarizzare la propria posizione con il Fisco. Ma a quali sanzioni e quali agevolazioni va incontro il contribuente scrupoloso e ravveduto che decide di aderire alla procedura prevista dalla legge n. 186 del 2014? Lo ha spiegato nel dettaglio l’avvocato Fabrizio Manganiello (nella foto), responsabile del team penale commerciale dello studio legale La Scala, intervenuto nel corso di un convegno organizzato nei giorni scorsi sul tema a Milano. Partiamo dai benefici: tra le cause di impunibilità, ha evidenziato il legale, “ci sono non solo i reati di riciclaggio e reimpiego, ma anche alcuni reati tributari, come la dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici; la dichiarazione infedele; l’omessa dichiarazione; l’omesso versamento di ritenute certificate; l’omesso versamento dell’Iva. Per tutte queste fattispecie non è prevista la punibilità per autoriciclaggio con il limite temporale del 30 settembre 2015”.

REATI PUNIBILI – Rimangono invece fuori dal cappello della voluntary discloure, e quindi pienamente punibili, “l’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; l’occultamento o la distruzione di strutture contabili; la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte”.

AUTORICICLAGGIO – Per quanto riguarda nello specifico il dibattuto nuovo reato di autoriciclaggio, Manganiello ha ricordato che, secondo quanto prevede l’art. 648 ter. 1, primo comma, del codice penale, “si applica la pena della reclusione da due a otto anni oltre a una multa da 5.000 a 25.000 euro a chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o altre attività provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa”.

PARADOSSI – Fin qui il testo dell’articolo. Ma su queste parole si aprono diversi dubbi: per esempio, cosa si intende esattamente per attività speculativa? “L’interpretazione del termine rappresenta uno dei problemi che si verranno a creare nell’applicazione del delitto di autoriciclaggio”, ha spiegato l’avv. Manganiello. Certo, il nuovo reato è servito a “colmare il vuoto normativo che non prevedeva la partecipazione del soggetto che aveva commesso o concorso a commettere il delitto presupposto nel reimpiego, nella ricettazione e nel riciclaggio”. Ma presenta varie problematiche, ha spiegato il legale: in primis, l’autoriciclaggio è un reato proprio, può essere commesso cioè solo da soggetti che hanno determinate qualifiche o status. Se un soggetto che non riveste queste qualifiche concorre al reato però, gli saranno applicate le stesse pene previste per chi le possiede: questo significa che il soggetto che era stato autore di riciclaggio, divenendo un concorrente nel delitto di autoriciclaggio, si troverebbe a beneficiare di un trattamento sanzionatorio più lieve (il riciclaggio prevede una pena massima di dodici anni, l’autoriciclaggio, come detto, di otto anni). Quindi, paradossalmente, può trarne benefici. 

DIFFICOLTA’ INTERPRETATIVE – Tra le altre difficoltà, Manganiello evidenzia poi l’utilizzo dell’avverbio “concretamente”, che “espone l’autore del delitto a un’ampia discrezionalità dell’organo accertatore, quindi dell’Agenzia delle Entrate” e la “formulazione incerta della clausola di non punibilità: non sono punibili infatti le condotte per mera utilizzazione o godimento personale”. Un’ulteriore difficoltà è legata alla competenza territoriale, determinata dal luogo in cui il delitto è stato commesso, quindi dove è avvenuto il reato di autoriciclaggio qualora sia più grave del delitto presupposto. “Questo, in ragione delle norme sulla competenza per connessione, potrà generare confusione per il fiorire di eccezioni di incompetenza territoriale”. L’ultimo aspetto segnalato dal legale è quello dell’illecito quale presupposto non punibile. “Cosa succede se il reato presupposto all’autoriciclaggio, di cui il soggetto deve essere autore o concorrente, non è più punibile? Si avrà un reato presupposto generante un’utilità economica che, se non impiegata per fini personali, risulterà punibile ai sensi del nuovo art. 648 ter.1 del codice penale”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!