Fineco fa la private e punta ai patrimoni oltre i 500mila euro

FOTI PUNTA SUL PRIVATEFineco fa la “private” e punta ai patrimoni oltre i 500mila euro. È quanto è emerso dall’intervista che BLUERATING ha realizzato con il numero uno del gruppo Alessandro Foti a seguito della diffusione dei dati realtivi al primo trimestre 2015 del gruppo (qui la news). “Abbiamo 140 wealth advisor dedicati proprio a quella fascia, Fineco è una delle realtà private più sviluppate. Non abbiamo bisogno di costosi quadri appesi alle pareti per definirci private”, sottolinea Foti. “Noi stiamo puntando molto su quella fascia di mercato e dei 100-140 pf che vogliamo reclutare alcuni andranno ad arricchire il nostro team di advisor per alti patrimoni”, spiega. “Del resto più del 35% dei 53miliardi che abbiamo, arriva proprio dalla clientela private. La scelta di non utilizzare l’etichetta private è una nostra scelta ma le persone da noi cercano value for money: soluzioni complesse in grado di soddisfare la fascia alta della clientela. I clienti guardano sempre più alla sostanza e meno all’apparenza”.

RECLUTAMENTO Sì MA DI QUALITA’ ELEVATA – “Per noi il reclutamento è un modo per aumentare la cilindrata del motore della nostra azienda e sfruttare le due opportunità che si stanno sviluppando sul mercato: il cambio di abitudini dei risparmiatori italiani che cercano consulenza e l’accelerazione del processo di digitalizzazione della società italiana”. Non a caso, come ha sottolineato Foti, il gruppo – come stanno facendo in molti – sta pescando a piene mani dal mondo dei bancari. “Tra le persone che alimentano la nostra rete, ci sono anche professionisti che arrivano dal sistema bancario tradizionale, sia private bankers che direttori di filiale”.

TANTI COSTI, MA È SOLO UN MOMENTOFoti si è espresso anche sui costi piuttosto elevati che Fineco ha mostrato nei primi tre mesi del 2015: “quest’anno il piano di stock granting è pesato abbastanza sui costi ma questo è solo una conseguenza della quotazione. Stimiamo 14 milioni di euro complessivi nel corso dell’anno”. Discorso simile anche per i contributi previdenziali dei promotori, “Firr e Enasarco sono ideati in modo per cui a inizio anno i costi sono molto elevati e vanno progressivamente diminuendo, pertanto i costi elevati sono semplicemente di natura stagionale”, ha detto Foti.

OTTIMISTA MA CAUTO SULLA RACCOLTA – Quanto alla raccolta, il manager si è detto ottimista ma cauto per le previsioni di fine anno. “Non siamo in grado di controllare fattori esogeni indipendenti da noi. Pertanto una eventuale correzione dei mercati potrebbe influire negativamente sulla raccolta. Pertanto restiamo ottimisti sul nostro operato ma non siamo in grado di fare previsioni per la fine dell’anno”, ha sottolineato il manager. Foti si è espresso anche sulla quotazione, definita da lui un’operazione ben strutturata. “Siamo stati gli unici a saper coniugare una piattaforma digitale molto performante con una rete di consulenti e questo è stato apprezzato molto dagli investitori. Sicuramente la quotazione ha aiutato significativamente ad aumentare il percepito della nostra azienda e questo ci sta aiutando con la clientela di alto livello, quella che nel nostro caso sta crescendo di più”.

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