Trimestre col segno “più” per Intesa Sanpaolo Private Banking

UTILE IN CRESCITA – Trimestre in crescita per Intesa Sanpaolo Private Banking, che ha chiuso il periodo gennaio-marzo con un utile netto di 74,5 milioni, in aumento del 37,4% su anno. Il resoconto intermedio al 31 marzo, approvato dal cda presieduto da Giampio Bracchi e guidato dall’a.d. Paolo Molesini (nella foto), presenta inoltre un significativo incremento delle commissioni nette (+26,4%), per effetto soprattutto della crescita delle commissioni da risparmio gestito (gestioni patrimoniali, fondi e sicav) e prodotti assicurativi, mentre i proventi operativi netti hanno raggiunto quota 161,8 milioni di euro (+25,4%). L’incremento degli oneri operativi (+13,9%) dipende dalle spese del personale, salite del 20,8%, per effetto prevalentemente dell’incremento della componente variabile della remunerazione a supporto del sistema incentivante. In lieve incremento l’organico medio.

I SERVIZI DI CONSULENZA – Le masse amministrate sono salite a 89,7 miliardi di euro (+7,4%), mentre la raccolta gestita e polizze si è attestata a 5,4 miliardi di euro da inizio anno. È proseguita inoltre, segnala Intesa Sanpaolo Private Banking, la diffusione dei servizi di consulenza finanziaria evoluta, sia quelli rivolti ai clienti di fascia alta (private advisory), sia quelli destinati ai clienti di fascia media (advisory), con più di 2.200 clienti che hanno aderito al servizio per un totale di 5,5 miliardi di euro di masse.

QUOTA DI MERCATO – Grazie a questa crescita, la quota di mercato di Intesa Sanpaolo Private Banking nel segmento private in Italia – che comprende le famiglie con almeno 500mila euro di asset finanziari – si è portata sopra il 17%, mentre sale al 20% se viene considerata la sola clientela con patrimonio superiore al milione di euro, target a cui la banca si rivolge.

SPORTELLI IN CALO – Si segnala poi nel trimestre il calo del numero di sportelli (da 136 a 133), per effetto del processo di razionalizzazione della rete in corso, mentre è cresciuto il numero degli addetti, pari a 1.363 unità al 31 marzo 2015 (+27 unità da inizio anno). Infine i coefficienti patrimoniali, calcolati in base alle nuove regole di Basilea 3, vedono un Cet1 Ratio e un Total Capital Ratio rispettivamente al 20,3% e 20,8%.

IL COMMENTO DELL’A.D. MOLESINI
– “La modalità di lavoro integrata tra sede e rete e la capacità di aggregare competenze diverse sono una ricetta che si è dimostrata vincente anche nel corso dei primi mesi del 2015, come confermano gli eccellenti risultati commerciali e di crescita delle masse patrimoniali gestite”, ha commentato l’amministratore delegato Paolo Molesini. “È proseguita l’attività di diversificazione dei portafogli e di progressivo aumento dell’incidenza del risparmio gestito e dei servizi di consulenza, a beneficio prima di tutto dei nostri clienti, nell’attuale contesto di mercato caratterizzato da elevata volatilità e tassi monetari nulli se non negativi.”

IL POLO DEL PRIVATE BANKING – Nell’ambito del Piano d’Impresa 2014-2017 del gruppo Intesa Sanpaolo – lo ricordiamo – è stato avviato il progetto per la costituzione del “polo del private banking”, finalizzato alla creazione di una delle più grandi realtà del private banking in Europa, tramite la combinazione di Intesa Sanpaolo Private Banking, Fideuram Investimenti, Banca Fideuram e le società a loro collegate.

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