Banche, Equita non crede nel polo Banco Popolare-Veneto Banca-Bpvi

LE INCOGNITE DEL POLO VENETO – Un polo veneto che includa Veneto Banca e la Popolare di Vicenza e che aggreghi anche Banca Marche, con la Fondazione Cr Verona in qualità di sponsor, non piacerebbe al mercato. Questa è l’opinione di Equita sim dopo la notizia secondo cui la Fondazione Cr Verona starebbe valutando di diventare un socio rilevante del Banco Popolare, potendo investire attualmente fino a 500 milioni di euro. Secondo indiscrezioni di stampa, l’ente scaligero – con la benedizione della Lega Nord – sponsorizzerebbe un progetto che prevede la creazione di un polo veneto attorno alla popolare veronese. L’operazione prevederebbe un aumento di capitale del Banco Popolare riservato alla Fondazione e ad altri soci privati, come la famiglia Benetton, o industriali. Poi sarebbe la volta della fusione per incorporazione di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza e dell’acquisizione di Banca Marche, che attualmente è in amministrazione straordinaria.

ALTO RISCHIO DI ESECUZIONE
– Secondo Equita, l’operazione avrebbe un execution risk molto alto e difficilmente potrebbe creare valore ed essere apprezzata dagli investitori, a meno che le banche in questione non vengano acquisite a forte sconto. In più, la minore trasparenza delle popolari non quotate rende più alto il rischio di un’aggregazione. Come se non bastasse, in capo ad alcune di queste banche “gravano rischi legali” per presunte vendite di azioni finanziate dagli stessi istituti. Infine, scrive Equita, “sul Banco Popolare vediamo costi indiretti derivanti dalla rinuncia a progetti di aggregazioni, per esempio la fusione con Bpm o Ubi Banca, con potenziale sinergico ben più elevato”. Queste considerazioni, concludono gli analisti, sono ben chiare al management del Banco Popolare. Ecco perché, secondo Equita, il progetto del polo veneto ha una bassa probabilità di successo. Intanto, sul Banco Popolare la società ha confermando il rating “buy” e il target price di 15,9 euro.

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