Mifid 2, ecco le competenze del consulente del futuro

IN ARRIVO LA MIFID – Cresce l’attenzione per l’arrivo della Mifid 2, che entrerà in vigore dal 3 gennaio del 2017 e cambierà il mondo della promozione finanziaria. In che modo? A questa domanda si è cercato di rispondere durante un convegno dal titolo “L’evoluzione delle competenze del consulente finanziario alla luce della Mifid 2”, che si è tenuto in occasione dell’ITForum di Rimini. Ne è emerso che, prima di tutto, il consulente finanziario dovrà tenere conto delle mutate esigenze della clientela. “L’investitore è ancora molto restio ad affidare le proprie ricchezze a un consulente finanziario in senso lato”, ha spiegato Nadia Linciano, responsabile dell’Ufficio Studi della Consob. “Dalla nostra ricerca registriamo che resta elevata la quota di famiglie che non riceve consulenza Mifid nonostante l’elevato grado di istruzione. Inoltre, il livello di soddisfazione per il servizio di consulenza cresce con il grado di personalizzazione delle proposte di investimento ricevute, anche se rimane bassa la disponibilità a pagare per la consulenza Mifid. E una evidenza che non sorprende, infine, è legata alla scarsa conoscenza dei clienti di concetti finanziari di base, come il rapporto rischio/rendimento o l’inflazione”.

COME CAMBIA LA CONSULENZA
– Insomma, appare evidente come il consulente finanziario in questo caso abbia un importante ruolo di educatore nei confronti del cliente. “Il promotore finanziario”, ha evidenziato Joe Capobianco (nella foto), direttore generale di Apf, “nel corso del tempo è mutato per andare ora a occuparsi delle molte esigenze del cliente e della famiglia, come il passaggio generazionale del patrimonio. Deve essere anche esperto di tutta la strumentazione web e informatica, della normativa giuridica e fiscale che interessa il mondo della finanza. Sono tutte conoscenze da trasferire al cliente”.

EDUCAZIONE E TUTELA PATRIMONIALE – Anche Aida Maisano, responsabile di Abi Formazione, sottolinea come sia fondamentale l’educazione in questo ambito, ponendo l’accento sulla funzione “guida” delle filiali bancarie nell’assistere il cliente. “Devono essere offerti nuovi servizi per assicurare un certo tenore di vita nel tempo, a fronte del processo di invecchiamento che interessa la popolazione italiana. I clienti hanno bisogno di acquisire competenza e professionalità a valore aggiunto nelle nuove filiali specializzate, full service, con persone in grado di assistere il cliente nell’intero ciclo di vita del patrimonio. Il consulente del futuro? Quella persona che non si sofferma solo nella creazione e nell’incremento del patrimonio, ma anche della sua tutela, garantendone la continuità e la protezione”.

LE ESIGENZE DEL CLIENTE
– Per Marco Tofanelli (nella foto), segretario generale di Assoreti, “l’attività di consulenza deve evolvere con i bisogno della clientela, contestualmente ai mutamenti economico-sociali ed alle nuove esigenze. I requisiti di professionalità e di onorabilità del promotore finanziario non sono più richiesti per difendere il risparmiatore da un venditore. Essi caratterizzano piuttosto la figura del consulente finanziario e l’offerta fuori sede non è certo più riconducibile al superato inquadramento normativo della vendita porta a porta. È quindi utile una profonda riflessione sull’impianto normativo che caratterizza la consulenza, l’offerta fuori sede, la promozione finanziaria, perché il risparmiatore ondeggia tra mancata percezione e fuorvianti classificazioni”.

LA CASA DELLA CONSULENZA – E sempre in ambito legislativo si collega l’intervento di Maurizio Bufi, presidente di Anasf, secondo cui la Mifid 2 è una “sfida per l’intero settore, e come ogni sfida presenta rischi e opportunità. Il rischio, da una parte, è di essere inglobati a livello normativo europeo insieme ad altre figure professionali e realtà bancarie, dimenticando la peculiarità del panorama italiano. La prospettiva da preferire è un approccio “consulenziale” della professione, che coniuga due elementi: imprenditorialità ed educazione, per poter diventare così un punto di riferimento per l’investitore. Da qui l’evoluzione “naturale” è la Casa della consulenza, che ricomprenda tutti coloro che della consulenza fanno il proprio lavoro nelle forme che poi il mercato premierà”.

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