Speciale elezioni Anasf – È ora di battersi per il nostro futuro

Una esperienza professionale diversificata trentennale messa a disposizione dei colleghi e per il bene della categoria. Ferruccio Riva (nella foto) diventa consulente finanziario (la denominazione dei professionisti prima dell’Albo pf) nel 1985, partecipando a tre start up Prime Consult (oggi Banca Generali ) dal 1985 al 1988, Finanza & Futuro Banca dal 1988 al 1992 e infine Azimut, azienda di cui è partner dal 1992. Ha svolto in passato funzioni manageriali fino ai massimi livelli di rete, collaborando anche con direzioni commerciali e marketing, uffici studi e back-office. Ha fatto il selezionatore ed il formatore. Riva sostiene da oltre vent’anni la necessità della modifica del rapporto contrattuale del promotore finanziario, nella ricerca di un diverso status professionale ed ha approfondito lo studio della Direttiva Mifid e le sue implicazioni sulla professione. Riva è stato eletto nel 2011 nel Comitato Esecutivo Anasf con delega all’area tutela contrattuale, previdenziale, fiscale, con particolare incidenza sull’area contrattuale e previdenziale.

Dal 1977, anno della sua fondazione a oggi, l’Anasf è una realtà che è cresciuta costantemente. Cosa rappresenta oggi per i promotori finanziari?
Anasf è e deve essere un punto di riferimento, nel quale i professionisti vedano innanzitutto una rappresentanza attiva di categoria. Il confronto con i legislatori e le Autority, la tutela a 360 gradi e la capacità propositiva sono elementi che richiedono, da un lato, autorevolezza e caratura politica, dall’altro il coraggio di leggere e interpretare una realtà che si è trasformata, in continua evoluzione.

Quali compiti e mission affiderebbe all’Anasf del futuro? L’evoluzione del settore finanziario e della professione richiedono una visione di lungo respiro. Anasf deve essere più determinata e puntare a raggiungere obiettivi irrinunciabili: oltre al cambio di denominazione della categoria, poter svolgere la professione sotto forma di persona giuridica, come nel resto d’Europa, porterebbe ad una evoluzione naturale e coerente. Battersi per questi temi, integrandovi azioni che riportino i giovani verso la nostra professione, vorrebbe dire aver compreso come affrontare meglio il futuro della consulenza finanziaria.

Tra contratto nazionale di categoria dei promotori finanziari, realizzazione dell’Albo unico dei consulenti finanziari e soluzione al problema Enasarco dei pf, quale preferirebbe realizzare e perché?
Le tre cose sono fortemente legate tra loro. L’Albo unico, se realizzato correttamente, quindi con modifiche importanti rispetto alle bozze normative attualmente circolanti, aprirebbe la strada alla possibile uscita da Enasarco. C’è la possibilità concreta che nel Ddl Marino piuttosto che nel Ddl di Delegazione europea del Governo, dove si andrà a modificare il Tuf, possa essere inserita anche la modifica dell’articolo 1753 del codice civile, fornendo così la base normativa per la nostra uscita da Enasarco. E, inoltre, questi provvedimenti potrebbero contenere anche l’adeguamento a quanto previsto dalla Direttiva Mifid e già vigente nel resto d’Europa, con la possibilità di svolgimento della nostra attività attraverso persona giuridica, come società tra professionisti. A quel punto diventerebbe indispensabile creare un istituto contrattuale di categoria. Gli intermediari devono comprendere che l’arrocco su posizioni retaggio del XX secolo non è più prassi attuale, né opportuna. Fare sistema vuol dire anche questo.

A suo giudizio quale risultato concreto può raggiungere il prossimo decimo Congresso Anasf di Perugia? I delegati al Congresso devono porsi un obiettivo fondamentale: far fare all’Associazione un definitivo salto di qualità, nella autorevolezza, capacità propositiva e coinvolgimento del territorio. Non servono infrastrutture, ma metodi e strumenti efficaci ed efficienti, oltre a persone capaci. Abbiamo professionalità e competenze tra i colleghi e le colleghe, è ora di far sentire il nostro peso, per pensare seriamente al nostro futuro.

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