Speciale elezioni Anasf – Gli interessi dei pf tornino in primo piano

PARLA LAZZINI – Toscano di Massa e promotore finanziario di Banca Generali, Franco Lazzini (nella foto) è iscritto all’Anasf dal 1988 dove si occupa fin da subito delle problematiche fiscali per la categoria seguendo fino al 1992 con successo il contenzioso tributario per l’Ilor. Risale al dicembre 2002 il suo primo incarico in Anasf come consigliere nazionale e membro del comitato esecutivo e nel 2008 è stato nominato membro della commissione “Studi di Settore”. Lazzini è stato componente del comitato esecutivo dal 2010 al 2013 e nel 2011 è stato confermato in consiglio nazionale. Ecco il suo punto di vista sui destini dell’associazione di categoria dei pf.

Dal 1977, anno della sua fondazione a oggi, l’Anasf è una realtà che è cresciuta costantemente. Cosa rappresenta oggi per i promotori finanziari?

Continua a rappresentare l’unico riferimento della nostra categoria, grazie anche ad un costante impegno negli anni per valorizzare la nostra professione nel mercato, sia nei confronti dei risparmiatori che dell’industria. Negli ultimi periodi, però, l’associazione si è maggiormente concentrata sui servizi da offrire agli associati, perdendo di vista il proprio ruolo nella difesa degli interessi della categoria, che a mio avviso vanno invece sempre privilegiati. 

Quali compiti e mission affiderebbe all’Anasf del futuro?

La mission dell’Anasf è chiara, valorizzare come ho detto la nostra immagine professionale, cercando di incidere in maniera determinante nei processi decisionali che ci riguardano. Il compito da affidare all’associazione può essere solo quello di rendere evidente al risparmiatore la necessità di avvalersi di un promotore finanziario per le proprie scelte d’investimento. Se questi sono la mission ed i compiti, è urgente mettere in essere azioni incisive a supporto di questi obiettivi da conseguire con assoluta priorità.

Tra contratto nazionale di categoria dei promotori finanziari, realizzazione dell’Albo unico dei consulenti finanziari e soluzione al problema Enasarco dei pf, quale preferirebbe realizzare e perché?
La questione previdenziale ed il problema Enasarco rappresentano un grave vulnus ai nostri diritti, che meritano una soluzione definitiva, nel rispetto delle legittime aspettative di tanti professionisti. Su questo argomento si è fatta ultimamente tanta manfrina che non è più accettabile, l’Anasf dovrà agire in maniera sempre più risoluta. L’albo unico deve rappresentare un’opportunità, ma non a qualsiasi costo.  Aggiungo che anche la soluzione di criticità in ambito fiscale dovrà essere tra gli obiettivi prioritari.

A suo giudizio quale risultato concreto può raggiungere il prossimo decimo Congresso Anasf di Perugia?
Creare nuovamente entusiasmo tra gli associati che debbono trovare di nuovo nell’associazione il proprio riferimento. Questo avverrà ribaltando una logica eccessivamente strutturata, ma passando ad un modello organizzativo più agile e che punti sulle realtà presenti nel territorio, vera forza dell’associazione. Siamo di fronte a periodi difficili ed estremamente complessi, dal congresso dovrà uscire anche un’associazione che sia inclusiva, che tenga conto di tutte le componenti, in una logica di vera partecipazione.

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