Ubs WM, con Grexit mercati volatili a lungo

Si è aperto un nuovo atto della complessa e disperata vicenda greca nello scorso fine settimana. Mentre continuano gli appelli perché la crisi greca si risolva senza la rottura dell’Eurozona, in primis da parte del premier tedesco, Angela Merkel, che ha dichiarato: “se fallisce l’euro, fallisce l’Europa”. A parlare è Mark Haefele (nella foto), Global Chief Investment Officer di UBS Wealth Management.

Qual è il vostro scenario di base?

Anche se il nostro scenario di base continua a prevedere il permanere della Grecia nell’unione monetaria, la mancanza di una risoluzione porterà a mercati sempre più volatili.

Le azioni europee continueranno a costituire una preferenza?
Riteniamo che rimanere investiti nei titoli azionari dell’Eurozona in questa fase storica e dei mercati si rivelerà una mossa corretta e manteniamo un sovrappeso sulle azioni dell’Eurozona. E, in relazione all’orizzonte di investimento sui prossimi sei mesi, ci aspettiamo che l’azione della Bce riesca a mitigare gli effetti di contagio nei confronti di altri mercati o di economie, nel caso di una fuoriuscita della Grecia. Nel nostro scenario base, gli investitori dovrebbero considerare un sell-off delle azioni europee, che finirebbe inevitabilmente per accadere intorno a questo referendum, come una valida opportunità di acquisto.

E i mercati obbligazionari?

In particolare nel credito corporate, i mercati del fixed income diventeranno temporaneamente meno liquidi nel prossimo periodo di elevata incertezza, il che dovrebbe portare a premi di rischio più elevati. È inoltre probabile un forte calo dell’euro nei confronti del dollaro. In questa fase è troppo presto per identificare potenziali opportunità in mercati obbligazionari.

Che ruolo ha la Bce a questo punto?
La Banca centrale europea è pronta ad agire con forza in caso di un forte aumento dei costi di finanziamento di Spagna, Italia e Portogallo. Anche la risposta di altre banche centrali, come la Fed, potrebbe essere forte. I rapporti finanziari e commerciali diretti con la Grecia sono relativamente limitati. Ciò significa che anche un collasso economico della Grecia non dovrebbe avere un impatto materiale negativo sul resto della zona euro. Gli indicatori principali della zona euro indicano il rafforzamento dei fondamentali economici, il che significa un cuscino maggiore contro potenziali shock. Anche le indicazioni di una ripresa della crescita statunitense e il taglio dei tassi da parte della Banca Popolare Cinese contribuiranno a sostenere la liquidità globale.

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