Promotori, Nafop dice la sua sulla direttiva Esma

LA RISPOSTA DI NAFOP – Oltre ad Ascosim (qui la notizia) e Anasf (qui la notizia), anche Nafop ha detto la sua sulle Linee Guida dell’Esma in tema di valutazione delle conoscenze e competenze del personale addetto ai servizi di investimento, che entreranno in vigore il 3 gennaio 2017. In particolare sul primo punto, in cui Esma indica come elemento utile all’accertamento dell’appropriata qualificazione del personale la prestazione del medesimo servizio di investimento per un periodo consecutivo non inferiore a cinque anni alla data di entrata in vigore delle Linee Guida, Nafop ritiene che “due anni negli ultimi tre alla data di applicazione delle presenti linee guida e comunque cinque anni di esperienza continuativa in un periodo passato non superiore ai 10 anni possano essere ritenuti sufficienti. Appare infatti suscettibile di produrre ingiustizie e diseconomie il non tenere conto che i soggetti interessati già esercitano l’attività in questione, per la quale si introdurranno d’ora in poi criteri più selettivi. Nafop ritiene inoltre che l’esperienza esercitata in più società costituisca un fattore che accresce anziché diminuire la professionalità del soggetto, purché i periodi in ciascuna società non siano eccessivamente brevi”.

STANDARD DIVERSI
Nafop si è espressa poi sulla proposta Esma secondo cui il livello e la profondità della conoscenza ed esperienza dovrebbe essere differenziato tra chi svolge il servizio di consulenza e chi si occupa di informazione sugli strumenti finanziari, con un livello di conoscenza e competenza più elevato per chi svolge il sevizio di consulenza. “Secondo noi sussiste una differenza tra indipendenza oggettiva (indipendenza del servizio di consulenza) e soggettiva (indipendenza del servizio ma anche del soggetto che lo presta) e riteniamo che l’indipendenza soggettiva sia quella che tutela maggiormente il cliente dai conflitti di interesse. Nafop ritiene che dovrebbe essere richiesto un ulteriore e più elevato livello di conoscenza e competenza per chi svolge il servizio di consulenza in materia di investimenti su base indipendente. A questi soggetti dovrebbero essere richieste maggiori capacità di analizzare le caratteristiche dei diversi strumenti e servizi posti sul mercato dai diversi player, includendo nella valutazione gli effettivi costi di accesso e di gestione degli strumenti stessi, il rischio di controparte, la capacità del cliente di gestire il proprio portafoglio con o senza l’aiuto di un consulente, la capacità di valutare le singole scelte di investimento in un quadro di pianificazione patrimoniale complessivo”.

CONOSCENZE E COMPETENZE – Quanto ai requisiti di conoscenza e competenza proposti nella bozza delle linee guida specificati nell’allegato IV, “dato che uno degli obiettivi della consulenza su base indipendente è quello di mettere la clientela in condizioni di comprendere tutte le caratteristiche e i costi dei prodotti che gli vengono presentati, il consulente deve essere messo in condizioni di avere accesso a tutti i livelli di costi, margini e incentivi che la società per cui opera riceve da ogni singolo investimento”.

ALTRI REQUISITI RICHIESTI – Infine l’associazione ha dichiarato che “riguardo ai requisiti richiesti al personale che fornisce informazioni, notiamo che al numero 21 lettera b) viene richiesta la comprensione dell’impatto degli indicatori economici e via dicendo sul valore degli strumenti. Ci pare che questo genere di valutazioni tenda a sconfinare in un ambito consulenziale, che dovrebbe essere accuratamente riservato al personale titolato ad erogare consulenza in materia di investimenti. La stima della probabile valutazione futura degli strumenti impatta infatti direttamente con la valutazione di adeguatezza, che deve essere riservata a personale adeguatamente formato. A questo riguardo suggeriamo che la formazione del personale addetto alle informazioni dovrebbe essere erogata da personale abilitato alla consulenza in materia di investimenti, che è in grado di comprendere meglio i vantaggi e i rischi connessi sia con le informazioni da raccogliere dall’investitore e sull’investitore, sia con le informazioni erogate all’investitore stesso. Nello stesso modo, la formazione del personale addetto ad erogare la consulenza in materia di investimenti dovrebbe essere fatto da personale abilitato ad erogare la consulenza su base indipendente. Riguardo ai requisiti per il personale che svolge il servizio di consulenza, elencati ai numeri 22 e 23, ripetendo che essi dovrebbero essere più elevati per chi eroga il detto servizio su base indipendente, richiamiamo quanto già scritto sopra e precisiamo ulteriormente alcuni punti. Chi eroga consulenza su base indipendente dovrebbe essere innanzitutto pienamente in grado sia di accedere ad ampie e confrontabili informazioni sugli strumenti offerti da partecipanti al mercato diversi dal gruppo di appartenenza – requisito organizzativo – sia di valutare tali informazioni. Poiché la valutazione di adeguatezza e la pianificazione patrimoniale e reddituale rientreranno spesso nei compiti di tale personale, esso deve essere in grado di suggerire una completa ed adeguata articolazione della gestione che il cliente fa del proprio portafoglio, frequentemente suddiviso tra diversi intermediari. Per tale ragione questo personale dovrebbe conoscere approfonditamente le modalità con cui i diversi intermediari ed i diversi partecipanti al mercato – anche estranei al gruppo per il quale opera – si rapportano agli investitori. Per questo motivo la provenienza da una esperienza di consulenza erogata con il principio dell’indipendenza soggettiva, dovrebbe essere considerata titolo privilegiato per poter formare il personale che eroga consulenza”.

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